Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 29 Martedì calendario

L’amaca di Michele Serra

ULTIMA settimana di questo strazio. L’unica buona notizia è che domenica finisce tutto. Vincerà il No, con buon margine: così Renzi impara a giocare a “uno contro tutti”. Ma il No di sinistra – che rispetto profondamente, il No di Rodotà e Zagrebelsky, il No dell’Anpi, il No di tanti miei amici – sarà poco più di niente: affogherà dentro il No di destra, quello di Brunetta, Berlusconi e Salvini, e soprattutto dentro il No grillino. Il No alla riforma Boschi, un secondo dopo l’esito del referendum, diventerà ciò che è davvero: un No a Matteo Renzi, al suo partito e al suo governo, andati in presuntuosa solitudine a schiantarsi. 
L’esito, paradossale, è che nel nome della “difesa della Costituzione” avranno vinto, insieme ai pochi e tenaci custodi della sacralità della Carta che saranno immediatamente rispediti a occuparsi dei loro libri, figure politiche alle quali, della Carta, non è mai importato un fico secco: la vecchia destra, convinta da sempre che la Costituzione antifascista sia roba da comunisti; la nuova destra populista, che nelle regole vede solo un noioso impiccio, una inutile mediazione tra Capo e Popolo; e i Cinquestelle, che sono, in massima misura, la vera forza post-repubblicana e post-democratica, il Mondo Nuovo, la palingenesi, il partito unico. Ai vecchi papiri sostituiranno, non appena ne avranno l’occasione, le loro nuove misure del mondo. E se avete qualcosa da ridire, è perché siete della Casta.