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 2016  novembre 29 Martedì calendario

L’almanacco che unì il tempo sacro e quello profano

Più che un calendario è un almanacco. Di quelli che nacquero nel medioevo avanzato per scandire il tempo e insieme per dare ai contadini e ai naviganti informazioni utili di meteorologia e di astrologia. C’è un tempo della Chiesa e un tempo del mercante che non sempre vanno d’accordo, come ha spiegato lo storico francese Jacques Le Goff. E il padre francescano Mariangelo da Cerqueto le mise insieme, quelle due temporalità, sin dal 1945, quando ebbe l’idea di aggiungere alla «Voce Serafica di Assisi» un supplemento natalizio che conteneva le previsioni meteo dell’anno seguente: così divenne Frate Indovino. Il tempo sacro era quello che oltre a scandire i cicli lunari segnalava i nomi dei santi del giorno, il tempo profano era quello della semina, del raccolto e delle fatiche quotidiane. Frate Indovino era un teologo e sapeva bene che l’almanacco popolare, così come si impose dal ‘700, era il luogo di incontro tra cultura bassa e cultura alta. Così, affiancò consigli pratici e pillole di saggezza, gastronomia e filosofia, oroscopo e curiosità scientifiche, nozioni sulla salute fisica e sulla salute spirituale. Il tutto, ogni anno, diffuso in qualche milione di copie, più di Stephen King e di Harry Potter messi insieme. Il 2017 è dedicato ai mestieri di un tempo, in copertina un mulino d’altra epoca alle spalle del giulivo fraticello. «Coll’anno nuovo – disse il passante al venditore di almanacchi nel famoso dialogo di Leopardi – il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?». «Speriamo», rispose il venditore. Il lavoro, per san Francesco, era una grazia, un dono. Tornerà a esserlo? Speriamo. Che ne dice Frate Indovino?