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 2016  novembre 29 Martedì calendario

Il miracolo di Frate Indovino, eterno best seller degli italiani

ROMA Gennaio si apre con una frase di Walt Disney: «I nostri sogni possono sempre realizzarsi quando abbiamo la volontà di conseguirli ad ogni costo». A marzo, in corrispondenza del giorno 5, una previsione meteo: «Non mancheranno pioggia, gelo e qualche fiocco di neve». Ad aprile, l’articolo di apertura è dedicato al lattaio, mestiere in via di rapida estinzione con le sue botteghe. A maggio la ricetta della parmigiana di Gobbi.
Dietro questa ricchezza di spunti estratti da ogni angolo della cultura c’è una sola mano. Quella di padre Mario Collarini, Cappuccino umbro, classe ’46, laureato in teologia, il «Frate Indovino» del Duemila, uomo schivo e curioso.
È scritto per intero di suo pugno dal 2002 il calendario più distribuito e antico (tra quelli ancora esistenti) del mondo: 5 milioni di copie, fortunatissima serie editoriale che va avanti ininterrottamente dal ‘45, quando l’Italia si era appena ripresa dalla guerra.
Oggi è già arrivato gratuitamente nelle case delle famiglie italiane, ai titolari di abbonamenti storici, sempre rinnovati. Un successo che si perpetua malgrado la concorrenza di centinaia di piccoli calendari, più moderni ma infinitamente meno suggestivi. Poco lontano c’è la sede del laico «Barbanera», col quale c’è un rapporto di buon vicinato.
Padre Collarini vive nel Santuario della Madonna del Divino Amore di Gualdo Tadino ed è da questa redazione in collina che cura l’opera.
Perché proprio lei? «Me lo chiesero i frati alla morte del suo inventore, Mariangelo da Cerqueto. Mi occupavo di una piccola rivista dei Cappuccini dell’Umbria e fu per questo che la scelta ricadde su di me. Sono un indefesso lettore, da piccolo di Salgari, da adolescente di romanzi classici, da adulto di quotidiani a cominciare dal Corriere».
L’enorme mole di informazioni che riempiono le pagine dei dodici mesi proviene da varie fonti: «Ci penso un anno intero, senza aver fretta, è un vero tormentone. Mi documento, molte riflessioni sono mie di sana pianta, per il meteo mi baso sulle statistiche e di solito, 8 volte su 10, ci prendo. Molti scelgono la settimana bianca leggendomi. A proposito, preparatevi a un gran freddo e neve sulle montagne. Il 2017 è dedicato ai mestieri del tempo che non devono essere dimenticati», sorride frate Mario.
Frate Indovino è arrivato a Roma per presentare il presepe emozionale che sarà inaugurato a Gualdo Tadino venerdì prossimo nella chiesa di San Francesco, personaggi a dimensione naturale per consentire ai bambini di aggirarsi tra i vicoli medievali ricostruiti. Un segnale anche questo? «Sì la tradizione va difesa, molte scuole hanno dimenticato il presepe. Noi vogliamo rilanciarlo. Un grazie all’azienda di acque minerali che ci aiuta a propagandare questo evento specialissimo e al Comune di Gualdo».