Il Messaggero, 28 novembre 2016
Miguel Diaz-Canel, l’ingegnere pop che porterà Cuba nel futuro
La morte di Fidel Castro ha aperto una breccia nel sistema personalista, rappresentato dalla sua figura consolidata in cinquant’anni di potere. E non restano già più in vita i referenti della rivoluzione cubana, mentre il pragmatico presidente Raul Castro, con 85 anni deciso a portare avanti l’apertura di Cuba agli Stati Uniti e al mondo, se Trump non glielo impedirà, vedrà terminare il suo mandato nel febbraio 2018. Tuttavia, da almeno tre anni, sta lavorando al suo relevo, alla sua successione. Da quando, nel febbraio 2013, nominò primo vicepresidente del Consiglio di Stato, il massimo organo di governo, Miguel Diaz-Canel Bermudez, in sostituzione dello storico dirigente cubano Jose Ramon Machado. E lo investì non solo del dicastero alla Scienza, educazione, sport e cultura, ma anche della «responsabilità di continuare a costruire il progetto socialista».
IL PROFILO
Cinquantasei anni, ingegnere elettronico, per età Miguel Diaz Canel è alieno al circolo degli storici rivoluzionari. Ma per trent’anni ha scalato uno dopo l’altro i gradini del potere a Cuba, fino a raggiungere la cima. L’ex ministro dell’Educazione ed ex segretario del Partito Comunista nelle province di Villa Clara e Holguin, è considerato da molti il traghettatore naturale della transizione nella Cuba post-castrista.
Alto, con i capelli brizzolati e una lontana somiglianza a Richard Gere, sposato in seconde nozze con una docente universitaria e padre di due figli, il vicepresidente suscita simpatia e consensi, perché «sa ascoltare la gente e sensibilizzarsi con i suoi problemi» ed è «una persona estremamente alla mano», a detta di quanti lo conoscono. Figlio di una maestra, Aida Bermudez, e di Miguel Diaz-Canel, operaio di una fabbrica meccanica a Santa Clara, ha costruito la sua solida carriera lontano dai riflettori. A differenza di altri dirigenti in carriera della sua generazione, come Carlos Lage, l’ex cancelliere Roberto Robaina e l’ex ministro degli esteri, Felipe Perez Roque, tutti defenestrati da Fidel perché accusati di essersi lasciati tentare dal miele del potere.
LA NOMINA
«Non è un ambizioso né un improvvisato», dichiarò Raul Castro nell’annunciarne la nomina. Una decisione definita «di particolare trascendenza storica, perché rappresenta un passo definitivo nella direzione futura del paese, mediante il trasferimento progressivo e ordinato alle nuove generazioni dei principali incarichi».
Un’investitura in piena regola per l’ex professore universitario, vicesegretario della gioventù del Partito Comunista nella sua provincia di Villa Clara, con un’unica esperienza militare di tre anni nel servizio alle unità antiaeree e che negli anni ’80 partì in missione in Nicaragua, durante il primo governo sandinista. Al rientro, nel 1994, era già primo segretario del Partito Comunista, nel difficile periodo in cui la crisi economica, assieme alla fine degli aiuti sovietici, aggravavano il periodo speciale in tempo di pace, mettendo in ginocchio i cubani. In quell’epoca fondò El Mejunje, centro culturale polivalente e anti-dogmatico, frequentato anche dagli omosessuali perseguitati dal regime. Dieci anni dopo, il salto al politic bureau del Partito Comunista Cubano e, nel 2009, la nomina a ministro di Educazione Superiore da parte di Raul Castro, chiamato a sostituire il fratello Fidel al potere. Da allora, lo si vede spesso accompagnare il presidente nei viaggi internazionali.
LE SFIDE
Ma, più delle nuove alleanze strategiche dell’era del disgelo, la sua sfida attuale è mantenere gli alti standard educativi in un paese con un altissimo deficit di docenti, perché la gran parte di quelli formati sono stati costretti a emigrare. In questi ultimi anni, in funzione della successione, Raul ha rinnovato dell’80% il consiglio dei ministri la cupola di governo, collocando in organismi chiave suoi uomini di fiducia e alti ufficiali delle Forze Armate Rivoluzionarie, le cui corporazioni imprenditoriali controllano il 60% dell’economia. A capo della rete di interessi militari Gaesa (Gruppo di amministrazione di imprese, società anonima) c’è ad esempio Luis Alberto Rodriguez Lopez-Calleja, figlio di un generale di divisione e per anni sposato con la figlia di Raul Castro. Ma, a mettere i bastoni fra le ruote di Miguel Diaz Canel, il designato, potrebbero essere non tanto i generali e la casta militare, bensì l’ultimo discendente della stirpe di famiglia: Antonio Castro, settimo dei nove figli di Fidel.
Nato nel 1969 dal matrimonio del Lider Maximo con Dalia Soto del Valle, Antonio, medico ortopedico, è noto soprattutto per la sua passione per il golf, che gli lascia poco tempo all’esercizio della professione. Vicepresidente della Federazione internazionale di Baseball e dal profilo politico quasi inesistente, come medico è stato molto vicino al padre durante gli anni della malattia, che lo obbligò a ritirarsi dalla vita pubblica nel luglio 2006.