Corriere della Sera, 27 novembre 2016
Migranti. Convenzione di Dublino
Caro Romano, lei ha risposto a un lettore che i migranti non possono essere riportati in Libia, perché provengono da altri Paesi. Perché, allora, se i migranti passano il confine francese o austriaco, la polizia di quegli Stati ce li riconsegna? Mi sembra che sia esattamente la stessa situazione, a parte il fatto che chi è tratto in salvo in mare dovrebbe essere riportato al porto più vicino. E gli approdi libici sono a poche miglia.
Lamberto Gori
lambgori@gmail.com
La Convezione di Dublino, sottoscritta dai Paesi dell’Unione Europea e da qualche altro Stato, prevede che il rifugiato chieda asilo nel primo Paese in cui è entrato. Oggi, in una situazione caratterizzata dalla straordinaria crescita del numero dei migranti, la Convenzione è ormai inadatta a risolvere il problema. Si è cercato di distribuire i migranti sull’intero territorio dell’Ue con quote fissate sulla base del numero degli abitanti del Paese di accoglienza; mentre per quelli provenienti dall’Asia è stato concluso un accordo con la Turchia. Ma in entrambi i casi esistono resistenze e inconvenienti. Resta quindi il problema umanitario che ricade in buona parte sulle spalle dell’Italia e della Grecia. Dobbiamo protestare per la scarsa collaborazione e pretendere una maggiore condivisione degli oneri. Ma non possiamo rimandare i migranti là dove non esistono autorità responsabili del territorio e dove sarebbero esposti a grandi rischi.