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 2016  novembre 28 Lunedì calendario

Mantova la città più felice. Roma la grande sconfitta

Sarebbe contento Virgilio, mantovano illustre, che cantava le dolci gioie bucoliche e l’Arcadia luogo ideale di civiltà, contrapponendola alla barbarie, alla corruzione e alla violenza dell’Urbe, ai suoi tempi in preda alla guerra civile. Oggi la Città Eterna non è messa molto meglio: e Mantova la batte nettamente, almeno stando alla classifica annuale sulla qualità della vita di ItaliaOggi e dell’Università La Sapienza, che prende in considerazione una serie di indicatori chiave: affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale, servizi, sistema salute, tempo libero e tenore di vita.
Non solo Mantova è la provincia italiana dove si vive meglio, ma tutta la top ten è provinciale: seconda Trento e terza Belluno, in salita dall’ottava posizione. E poi Pordenone, Bolzano, Siena, Parma, Udine, Bolzano, Vicenza e Lecco completano il quadro. Mentre, oltre a Roma, per la prima volta insufficiente, perdono colpi tutte le altre grandi aree urbane, compresa Milano, e con la sola eccezione di Torino (che sale di 6 posti). Ma se Milano (56o posto) e Napoli (108°) perdono rispettivamente 7 e 5 posizioni, Roma ne perde ben 19 (31 in confronto al 2014), portandosi all’88° posto. Le materie in cui è bocciata? Sicurezza, disagio sociale, servizi, sistema salute e tenore di vita.
A guardarli con attenzione, i dati non stupiscono poi troppo: l’ambiente, dalla qualità dell’aria ai rifiuti, rappresenta uno dei principali elementi di criticità nelle grandi aree urbane, così come la criminalità: in questo campo tutte si classificano ben oltre l’ottantesimo posto. Mentre sul versante del disagio sociale c’è un relativo miglioramento, esclusa Roma: Torino scala 15 posizioni, Milano 5 posizioni, Napoli ben 20. Per quanto riguarda i servizi finanziari e scolastici, un lieve peggioramento coinvolge tutte le aree urbane. Ma è nella dimensione del tenore di vita che, a eccezione di Torino, si registrano gli andamenti più preoccupanti. Anche qui, è intuitivo: nelle città la vita è più cara e la solidarietà sociale diminuisce. Niente di nuovo, dai tempi di Virgilio.