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 2016  novembre 26 Sabato calendario

Ma i femminicidi sono in calo

In occasione della giornata internazionale per il contrasto alla violenza contro le donne, il ministro dell’Interno, Angelino Alfano ha diffuso i dati relativi ai reati legati alla violenza di genere compiuti nell’ultimo anno. Dati che  registrano un calo, nonostante la percezione diffusa è che la violenza contro le donne sia in costante aumento, tanto da apparire come un bollettino di guerra.
Dal 15 novembre 2015 al 15 novembre 2016, infatti, sono diminuiti le lesioni (-11%), le percosse (-19%), le minacce (-16%), le violenze sessuali (-13%), i maltrattamenti in famiglia (-6%) e lo stalking – atti persecutori (- 11%).
Le donne morte per femminicidio sono state 107 (-3%) rispetto al medesimo periodo precedente.
Tuttavia il ministro si dichiara non soddisfatto, in particolare riguardo ai dati sul femminicidio. Sono ancora troppe le donne morte per mano degli uomini, troppo spesso gli stessi che amavano e con i quali hanno messo al mondo dei figli. «Su questo fronte ci impegneremo senza risparmiare nulla, perché siano sempre più forti i segnali di un cambio di rotta», assicura Alfano, il quale riconosce l’impegno e il merito delle Forze di Polizia. Un ruolo fondamentale nella lotta alla violenza contro le donne continuano a svolgerlo le associazioni, «infaticabili sentinelle della integrità fisica, morale e della dignità delle donne».
«Le leggi sullo stalking e sulla violenza di genere hanno consentito a tante donne -ha sottolineato il ministro – di allontanare da casa i propri partners», come testimonia l’aumentato numero degli ammonimenti da parte del questore (+12%) e, anche se in misura minima, gli allontanamenti (+1%).
Alfano individua nella prevenzione e nella lotta alla violenza di genere «una priorità del Governo» nonché del suo «personale impegno in questi anni». «I numeri parlano», ha dichiarato il ministro, secondo il quale i risultati raggiunti nella riduzione del fenomeno sono stati resi possibili da due leggi che egli ha «fortemente voluto»: quella contro lo stalking e quella contro la violenza di genere. Alfano si dice consapevole del fatto che la cura migliore sia la prevenzione dei reati. Seguono la protezione delle vittime e dei testimoni nonché la punizione dei colpevoli.
Sul piano della prevenzione, il Ministero dell’Interno ha implementato «le collaborazioni con le associazioni e con il mondo accademico per una migliore valutazione del rischio e per l’individuazione delle misure cautelari più idonee nei confronti degli autori della violenza». Inoltre, sono aumentati i corsi realizzati dalla Polizia di Stato per formare personale specializzato, idoneo a svolgere azione di efficace contrasto al problema. Oggi il personale della polizia ha affinato la sua capacità di ascolto nei confronti delle vittime, che spesso per un senso di vergogna sono portate ad aprirsi con difficoltà, trasformando così gli uffici in luoghi riservati in cui le vittime possano sentirsi al sicuro e tutelate.
Altre misure di lotta alla violenza messe in atto dal ministero sono state: l’implementazione dei protocolli operativi del Codice Rosa, «esempio di efficace collaborazione inter istituzionale»; sul piano della comunicazione e sensibilizzazione, la realizzazione di iniziative itineranti, come il progetto CAMPER contro la violenza di genere, per favorire l’emersione del fenomeno attraverso un contatto diretto con le donne nei territorio.
CAMPER ha già raggiunto 16 città; 22 entro dicembre: Agrigento, Arezzo, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Campobasso, Cosenza, Crotone, L’Aquila, Macerata, Matera, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Sassari, Siracusa, Sondrio, Verbania.
Ad oggi le persone che si sono rivolte a questi presidi mobili di ascolto e assistenza sono state quasi 9.000, per l’80% donne.
Al via, infine, la sottoscrizione di un protocollo d’intesa fra il Dipartimento delle Pari Opportunità e la Polizia di Stato per rafforzare l’azione di prevenzione e contrasto contro ogni forma di violenza di genere.
Nonostante le iniziative messe in atto e realizzate, la strada è tutta in salita. Tanto resta ancora da fare affinché non venga mai più strappata la vita con violenza a coloro che la vita, per natura, la donano da sempre. Madri, sorelle, amiche, figlie, donne che spesso vengono condannate a morte semplicemente per la colpa di voler essere libere di scegliere.