La Stampa, 26 novembre 2016
Il gioco vale sempre la candela (preziosa). Crea atmosfera e coinvolge tutti i sensi. Ecco come sceglierla
«Si devono illuminare ancor prima dell’uscio di casa!». Per introdurre gli ospiti nell’atmosfera dell’abitazione, Anna Molinari, stilista di Blumarine, accende ceri profumati e lumini a profusione già sulle gradinate del suo palazzo a Carpi. Ma non occorre vivere in una dimora monumentale per mettere in pratica questo accogliente consiglio. Bastano due candele all’ingresso di un semplice appartamento, di un monolocale in un condominio. Se i vicini sono d’accordo, si può illuminare tutto il pianerottolo, spegnendo le luci centrali. Quando gli invitati apriranno la porta dell’ascensore saranno avvolti da una luce calda e intima.
Tempo di ardenza
Ormai, tutti amano le luci fioche degli stoppini che un tempo erano un’esclusiva di romantici tête-à-tête o delle chiese. Perciò le candele sono un‘ottima soluzione regalo che peraltro non si accumula alla tanta paccottiglia in arrivo per le feste, ma si brucia.
Molti modelli segnalano sulla confezione persino la durata dell’ardenza. E gli esperti consigliano di lasciarle accese finchè non si forma una piccola piscina di cera fusa, in modo che la candela si consumi senza dislivelli e inutili sprechi. Per spegnerla basterà tapparla pochi secondi con un coperchio o un piattino.
Strenne di cera
E allora vai sulla cera anche per la strenna: il «gioco vale la candela» anche perché all’Ikea ci sono offerte da 1,60 per i lumi a 7,90 euro per i candelotti aromatizzati con fiori sbalzati. Certo non sono i grandi classici come i ceri di Trudon (marchio Rolls Royce del settore, in auge già ai tempi del Re Sole.) o di Diptyque. A questi, però, si affianca un numero sempre maggiore di modelli firmati che, conoscendo il guardaroba e le case dei destinatari, ci consentono di andare a colpo sicuro.
Se a chi ha un gusto sobrio e sfumato, Giorgio Armani propone ceri in contenitori d’oro madreperlato, per i minimal metropolitani, Calvin Klein firma esemplari geometrici in tonalità asfalto, adatti anche a un signore single. Mentre, Rosita Missoni, per case più rustiche, rielabora in maxi ceri le forme dei gomitoli di lana.
Studiare i destinatari
Da collezione, poi, i contenitori di Fornasetti in vasetti che riprendono i temi (e le variazioni) delle sue icone storiche. Le candele, insomma, diventano accessori per la casa coordinati allo stile di chi la abita e al suo profumo. Da questo Natale persino dei suoi occhiali visto che arrivano i ceri delle montature Oliver Peoples prodotto dal marchio svedese Byredo. «Pochi oggetti come le candele – dice David Schulte, Ceo di Oliver Peoples- si prestano alla capacità di colpire tanti sensi». Quindi, occhio a studiare bene quella dell’eventuale destinatario di un regalo natalizio. La logica è la stessa con cui si sceglie una borsa, un foulard o una cravatta.
Gustose ma non in tavola
In un’epoca di passione per la cucina, non c’è da stupirsi che brillino le candele gourmandise con profumi, sapori e addirittura marchi alimentari. Se la Lauderèe, leggendaria pasticceria parigina dei macaron, cari a Maria Antonietta, «cucina» ceri dolci, ecco Rigaud – che peraltro forniva a Jackie Kennedy le candele Chypre (al pino e cedro) per la Casa Bianca – pronta a sfornare nuove ricette Black and White da leccarsi i baffi a base di latte, caramello e liquirizia.
Attenzione però in tavola i profumi non devono alterare quelli del cibo: non si possono mangiare i tortellini con l’essenza di mora o pistacchio. Per la casa, invece, le essenze devono essere intense, anche per neutralizzare la puzza di una sigaretta che dopo ogni pranzo scappa spesso. Gli aromi vincenti sono naturali, come il bosco di Etro.
Ricercata intimità
«C’è voglia di naturalezza e qualità», dice Brunello Cucinelli. Non a caso l’industriale del cashmere umanista è stato tra i primi insieme con Ralph Lauren, ad accendere ceri nelle sue boutique al profumo di ebano e tek. Le candele sono confezionate in vasetti in argilla smaltata con cristalline apiombiniche di Deruta. E nel cero ci sono pure i legnetti che bruciando evocano il crepitio dei camini.
In tempi difficili, tanta ricerca di intimità arriva alla spiritualità e alla sacralità. Del resto le candele simboleggiano la luce. Così, Byredo lancia la linea Saints con tre candele ispirate alle veladoras votive. Già dai nomi – Altar, Incense e Rosewate – incisi a croce sui contenitori, si intuisce il profumo religioso del contenuto. Ma c’è di più.
L’Officina di Santa Maria Novella realizza addirittura un presepe a tutto tondo di cera profumata. Ma non ha lo stoppino. Del resto bruciarlo sarebbe davvero un peccato.