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 2016  novembre 26 Sabato calendario

La chef stellata che cucina per i bambini delle elementari



Uno chef stellato ai fornelli della mensa scolastica o di una colonia estiva. Per Mary è normale. Lei che di cognome fa Barale, è stata per anni «due stelle» Michelin. Non si è mai montata la testa e quando si è ritirata dall’attività, non ha smesso di coltivare la passione di cucinare, iniziata come aiutante, poi collaboratrice del marito Walter, affinando in seguito l’arte alla scuola di Ducasse e Lenotre, a Lione e Parigi.
«La scorsa estate la parrocchia della frazione Rivoira di Boves, dove risiedo, era in emergenza, aveva bisogno di una cuoca per preparare i pasti ai 25 ragazzini (dalla terza alla quinta elementare) in vacanza nella casa alpina in valle Gesso. Mi sono subito offerta» spiega. «Quando avevo il ristorante capitava molto raramente ci fossero bambini fra i clienti e quindi per me è stata doppiamente una bella esperienza». Esperienza che si è ripetuta poi alla festa di fine «Estate ragazzi» di Rivoira. Cinquanta tra bambini e ragazzi. «Per l’occasione ho preparato la pasta al forno e il gelato. Ma quello che i bambini mi chiedono più spesso sono le tagliatelle con il sugo».
Ma se è Mary ai fornelli, la pasta si fa a mano. E la macedonia non è mica quella già preparata nelle scatole «ma frutta fresca che taglio e sminuzzo e servo al momento. Così come il sugo e i dolci». E gli gnocchi: «quelli con le patate vere? Mi chiedevano stupiti alcuni bambini, abituati alle patate surgelate nei sacchetti del supermercato». 
Ristorante tra i boschi
Mary fino al 2008 era chef nel suo ristorante «Il Rododendro» di San Giacomo di Boves, l’unico stellato nella celebre Guida Michelin, per 21 anni di sfila. Con una e poi due stelle, quando in Italia le 3 stelle le avevano solo Marchesi e l’enoteca Pinchiorri.
Un posto sperduto tra i boschi dove si «arrampicavano» fior fior di personaggi per gustare i suoi raffinati menù. Come il pollo-cubo, «un pollo lessato e smontato a cubetti e poi rimontato nella sua forma originaria dopo averne spalmano ad uno a uno i tasselli con patè di fegato d’anatra» spiega. La bravura di Mary giunse anche alle orecchie dell’avvocato Gianni Agnelli che la invitò a cucinare per i cent’anni della Fiat. Del suo ristorante scrisse anche il «New York Times».
Mary in questi anni ha mantenuto umiltà e riservatezza sabauda. E tiene a sottolineare: «L’esperienza con i bambini mi ha davvero entusiasmata così come le persone con cui ho lavorato ai fornelli. Tante mamme, che non fanno le cuoche di professione, ma sono altrettanto brave e attente».
Pronta a ripetere l’avventura? «Se mi chiamano io vado subito, anche nelle mense scolastiche. Sono ben felice di cucinare per i bambini. Mangiare bene e sano è importante lo si impari da piccoli. Oggi ci sono molte intolleranze alimentari e quindi bisogna fare più attenzione. Per ora, me la sono cavata con richieste modeste, come la pasta in bianco piuttosto che quella con il sugo». E i bambini hanno gradito? «A fine pasto, piatti puliti. Tutto spazzolato fino all’ultima briciola». E una vacanza con pasti cucinati da uno chef come Mary Barale non capita davvero tutti i giorni.