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 2016  novembre 26 Sabato calendario

Modulo e cessione la sterzata di Montella nel Milan dei tormenti. Il tecnico respinge i nuovi «consigli» di Berlusconi: «Non esiste un assetto tattico che garantisca la vittoria»

Montella continua nella sua operazione di “allontanamento” della squadra dalle numerose tensioni che aleggiano intorno al Milan: «Non penso alla cessione del club, devo dedicare la mia attenzione solo alla partita», dice alla vigilia della trasferta di Empoli che potrebbe lanciare la squadra per 24 ore al secondo posto solitario in classifica. È da luglio che l’Aeroplanino lavora con questo obiettivo: separare i destini del gruppo da quelli della trattativa societaria. È riuscito nell’impresa durante l’estate scandita da promesse di mercato legate alla conclusione dell’estenuante trattativa con i cinesi ed è andato avanti sulla stessa strada durante il campionato fino a questo viaggio a Empoli, particolarmente significativo per lui che qui iniziò, giovanissimo, la scalata al grande calcio, insieme al suo attuale collaboratore Nicola Caccia. Montella vuole concentrarsi sulla preparazione della partita: al Castellani cambierà diversi titolari. Potrebbero giocare dal primo minuti Antonelli, Pasalic e Mati Fernandez con Bonaventura avanzato nel tridente al posto di Niang. Romagnoli è recuperato ma non sarà rischiato. L’allenatore rossonero ricorre quindi al
turnover in vista di dicembre, mese impegnativo dopo la sfida col Crotone: Roma, Atalanta e la Supercoppa contro la Juventus prima di Natale. Meglio ruotare per vedere tutti all’opera e fare le scelte migliori. Nessun problema di modulo, dopo i soliti consigli di Berlusconi che spinge per il trequartista alle spalle di due punte: «Certe cose le ha dette pure a me. Ma le parole del presidente non si commentano. Non credo ci sia un modulo che possa far vincere. E fondamentalmente nello sviluppo giochiamo già così perché Suso è più trequartista e Niang più punta. Comunque, come diceva Churchill, non sempre cambiare equivale a migliorare ma per migliorare bisogna cambiare».
Chissà se questi saranno gli ultimi suggerimenti calcistici di Berlusconi prima della cessione. Lo scenario è sempre più intricato. Il “closing” al 13 dicembre non è più certezza assoluta. Sino Europe deve fornire le garanzie che ancora mancano entro l’8 dicembre. E non si tratta solo di una questione di autorizzazioni del governo cinese, ma di elementi che riguardano la consistenza finanziaria dell’operazione. A inizio dicembre potrebbe esserci una comunicazione sulla lista degli investitori. Ma si tratta di un passaggio già annunciato diverse volte nel corso degli ultimi mesi. E regolarmente sfumato. Berlusconi sta ulteriormente confondendo le acque con un ruolo da protagonista ritrovato, come spesso succede in campagna elettorale. È tornato ad aleggiare anche il fantasma di Mister Bee, in Italia da qualche giorno: il thailandese ha visitato una mostra Milano e ha avuto un contatto con Berlusconi. Curiosamente il broker di Bangkok era riapparso anche in coincidenza del preliminare di agosto.
La squadra naviga sul filo di questi equilibri sottili. Il passaggio di consegne tra Galliani e Fassone, se la cessione andrà in porto, dovrà avvenire in tempi brevi. Finora l’ad in pectore non ha ancora avuto modo di incontrare Montella. Lo farà solo dopo il trasferimento del 99.93% del club. Per ora resta consulente di Sino Europe, creatura dai profili indefiniti che fatica a dare certezze.