La Gazzetta dello Sport, 27 novembre 2016
Ieri Raúl Castro è apparso in televisione e ha annunciato che suo fratello Fidel - il famoso Fidel Castro - è morto all’età di 90 anni

Ieri Raúl Castro è apparso in televisione e ha annunciato che suo fratello Fidel - il famoso Fidel Castro - è morto all’età di 90 anni. Causa della morte: una diverticolite acuta, che peraltro lo tormentava da più di dieci anni. Ora del decesso: le 22.29 cubane, cioè le 4.29 italiane. Raúl ha concluso il suo annuncio con il celebre grido del fratello: «Hasta la victoria, siempre», che si può tradurre: «Fino alla vittoria, sempre».
• Si tratta davvero di un vincitore? Il mondo mi sembra andato da tutt’altra parte.
Dipende da che cosa s’intende per «vincitore». Gli americani lo hanno considerato un grande nemico, ma non sono riusciti a sbarazzarsene. In questo senso è un vincitore. Il Paese sta meglio, rispetto al 1959, quando alla guida di 800 rivoluzionari Castro prese il potere? Chi sa. Il Paese era allora un avamposto mafioso, colonia degli Stati Uniti che lo adoperavano per giocare alla roulette e andare a puttane, guidato dal ladro Fulgencio Batista, che all’arrivo di Castro scappò a San Domingo con cento milioni di dollari. Triste è la storia di Cuba prima della rivoluzione, per niente allegra quella successiva. Il dittatore Fidel, assassino di una quantità impressionante di oppositori e dissidenti, visse per mezzo secolo alle spalle dell’Urss, mettendo a frutto il fatto che l’America era ad appena 90 chilometri di distanza. I sovietici lo mantennero per un pezzo, e avrebbero volentieri installato i missili sull’isola, puntandoli sulle città al di là della costa, se Kennedy non avesse fatto la faccia feroce costringendo la flotta di Kruscev a tornare indietro. Era il 1963, e forse il mondo non è mai stato così vicino a una vera terza guerra mondiale come in quei giorni. Kennedy era politicamente piuttosto forte, sulla questione, anche perché aveva preso nettamente le distanze da un tentativo di invasione dell’isola finanziato dalla Cia nel 1961 e messo vanamente in atto da 1.500 esuli cubani. La storia è magnificamente raccontata da James Ellroy nel suo American Tabloid.
Caduto il muro (1989), Castro si fece mantenere dai venezuelani. Morto Chávez, finito all’ospedale Fidel per la diverticolite, passato il potere al fratello Raúl, che non ha le doti istrioniche del fratello, ma è forse di intelligenza politica più duttile, Cuba s’è dovuta arrendere alla realtà e ha cominciato un percorso di pacificazione con gli Stati Uniti. È storia recente e che abbiamo raccontato, messa ora in forse da Trump, se terrà fede alle idee manifestate in campagna elettorale. Eppure: che convenienza potrebbero mai avere gli Stati Uniti, oggi, a mantenere alta la tensione con Cuba, a non continuare la svolta di Obama? La Russia è tutt’altra cosa rispetto alla vecchia Urss, e Putin non ha manifestato nessun interesse per l’isola o per il castrismo. Il Venezuela è in bancarotta e nel pieno di una crisi politica, economica e finanziaria gravissima. Basterà un poco di prudenza a far diventare Cuba, di fatto, il 51° stato americano. • Che storia ha Castro? Dico, storia privata.
Il padre, don Angel Castro, gestiva una fattoria di diecimila ettari a Biran, nella parte orientale dell’isola. Mandò i figli a studiare all’Avana. Voleva che Fidel facesse l’avvocato. Fidel e Raúl, invece, facevano politica, finirono in galera, poi scapparono a Città del Messico. Dopo la rivoluzione, nel 1964, la sorella Juanita, fuggita in Messico, rivelò di essere una spia della Cia. S’era messa con gli americani dopo la svolta marxista-leninista dei suoi fratelli e la condanna a morte di Humberto Sori Marin. Anche una figlia di Castro, Alina, nata da una relazione adulterina con Natalia Revuelta, si mise contro il padre. Finita a Miami, coordinò il dissenso cubano per mezzo di una trasmissione radio. Non lo ricorda mai nessuno, ma anche Che Guevara era un dissidente, del tutto contrario al peso che l’Unione Sovietica aveva sull’isola. L’Urss, secondo il Che, era una potenza imperialista come gli Stati Uniti.
• Come si spiega il gran fascino dell’uomo?
Castro, in un certo senso, con la sua figura imponente, con la sua oratoria travolgente entrando in scena occupava tutto il campo dell’immaginario politico. La barba, il sigaro, il berretto, la voce. Un capo a cui bastava esserci per risultare leader. Era capace di parlare dieci ore consecutive facendo piangere o gridare tutti quelli che lo ascoltavano.
• Donne? Si dice che anche la Lollo...
Ha avuto due mogli e dieci o undici figli (non s’è mai capito). La prima, sposata nel 1948, era un’ereditiera sorella di un suo compagno d’università, Mirta Diaz Balart. Don Angel si rifiutò di partecipare a questo matrimonio, da cui nacque Fidelito, educato in Urss e fisico nucleare. La seconda è Dalia Soto Del Valle, che sta con lui da sessant’anni e gli ha dato cinque figli.
• Cambia qualcosa nel mondo con la morte di questo personaggio?
Politicamente era morto da un pezzo. Il fratello Raúl sta cercando di gestire la transizione dal Novecento al Duemila senza rinnegare troppo il passato. Momento delicato, che l’avvento di Trump potrebbe rendere ancora più difficile.