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 2016  novembre 25 Venerdì calendario

Così ho scoperto la seconda vita di Titti e Renato

Ho l’impressione che quelle leggende metropolitane tipo gli americani non sono mai sbarcati sulla luna oppure le due torri non sono mai venute giù e non esiste il terrorismo non siano leggende della rete appartenente al popolo dei cinque stelle. Ieri ho sentito qualcosa di assai simile che veniva da presunti esponenti del Pd. Una collega giornalista mi ha chiamato dopo aver letto l’intervista a Titti Brunetta, che svelava di essere quella Beatrice di Maio che aveva fatto impazzire il Pd sulla rete. TittiBeatrice era stata querelata dal sottosegretario alla presidenza del consiglio, Luca Lotti. L’ipotesi che alcuni giornali avevano avanzato è che Beatrice fosse l’account di punta del Movimento Cinque Stelle e che attraverso quel profilo Twitter si cercasse di attaccare il presidente del Consi
glio dei ministri e in un caso
anche il presidente della Re
pubblica italiana. Con l’in
tervista alla moglie di Bru
netta che svelava di essere
lei la Beatrice a cinque stel
le, il caso avrebbe dovuto es
sere chiuso. Invece ieri mattina quella collega giornalista mi ha detto: «Ho letto quella intervista. Bella. Ma tu puoi provare quello che hai scritto?». Appena sentito sono trasecolato. Ma come? Ho l’intervista della rea confessa. Quali prove ci sarebbero migliori di questa? La collega ha replicato: «Ma puoi mostrare prove documentali?». A questo punto basito mi sono chiesto che documenti mai si potessero avere per dimostrare che un’intervista è vera.
Certo ho la registrazione di quella intervista e l’ho messa on line sul sito internet di Libero. Ma nemmeno questo sembra bastare per questa nuova categoria di complottisti. Non era quello che cercava la collega. «Qui ho sentito esponenti del Pd che non credono a quello che tu hai scritto. Dicono che potresti esserti messo d’accordo con la moglie di Brunetta per coprire le responsabilità di Beppe Grillo...» 
Ecco qui il complottone che passerebbe da me e dalla signora Brunetta, che peraltro ieri comunicava di volermi querelare perché non aveva gradito titoli e impaginazione della sua intervista. Avremmo fatto scudo a Grillo, che peraltro credo non abbia bisogno di scudieri di tale natura: sa benissimo difendersi da solo. 
Non conoscevo Titti Brunetta fino all’altro giorno, mai parlato con lei. 
Forse non la sentirò più perché non è felice di quel che è accaduto. Da giornalista ho seguito una “pista” e ho cercato e ottenuto la conferma con quella intervista. Parlando con lei e leggendo molte chat private in cui si raccontava, penso che TittiBeatrice fosse sincera. Per dirlo con semplicità: era grillina dentro, ed era affascinata da quel mondo. 
Quando ne ho parlato con uno dei leader del M5S, Alessandro Di Battista, ha sorriso amaro: «Significa che le nostre idee sono condivise perfino dai familiari di leader politici nostri avversari, che però debbono travestirsi per esprimerle in libertà». Forse è così, è quella selva di nick name che pullula sul web è indice dello scarso livello di libertà che esiste nel nostro paese. Non puoi esprimere le tue idee come vuoi, perché hai paura di vendette: sul posto di lavoro, a scuola, perfino in famiglia. Per questo mi piacerebbe che BeatriceTitti tornasse subito ad esserci sui social network e ad esprimersi con libertà come faceva prima. Se lo farà, mi sentirò un pizzico più libero anche io…