la Repubblica, 23 novembre 2016
L’amaca di Michele Serra
PERCHÉ i Cinquestelle votano (vedi alla Regione Emilia-Romagna) contro l’obbligatorietà delle vaccinazioni? La domanda non vuole essere polemica. Semmai, soccorritrice. Perché un conto è la radicalità in campo economico-sociale: quella è giustificata e anche utile, in tempi di pensiero unico. Ma contro i vaccini, perché? Perché “la casta della sanità” specula sulle vaccinazioni, come sostiene qualche ammalato di sospettite, e come ebbe a dire Grillo sciaguratamente a proposito delle mammografie, che salvano molte migliaia di vite? Perché (ed è perfino peggio) tutto quello che odora di stravaganza scientifica, di eterodossia a prescindere, piace da matti a qualche frequentatore del web che ama spiegare al sarto come si fa un vestito, allo slalomista come si scia e al fantino come si cavalca?
Facciamo un’ipotesi. Che, a partire dal reddito di cittadinanza, dall’antieuropeismo, dai curiosi criteri di selezione del suo personale politico, quel movimento riesca a convincermi della bontà delle sue proposte e delle sue qualità di governo. Magari mettendo a tacere i non pochi fascistoni che sostano in quei paraggi; e magari scusandosi per l’“alleanza tecnica” con il partito troglo-nazionalista di Farage. Poi però salta su il mattoide che ripudia le vaccinazioni come odiosa speculazione dei poteri forti; e basta quell’unico mattoide, ve lo assicuro, a distruggere l’intero castello della credibilità. Chissà se si rendono conto che hanno un problema.