Il Sole 24 Ore, 23 novembre 2016
Npl, il mercato italiano vale 40 miliardi di euro
Un mercato da 40 miliardi di euro a fine 2017. A tanto sono stimate le securitization dei crediti deteriorati italiani dopo le ultime operazioni annunciate, un salto notevole se si pensa che a fine 2015 non superavano 19 miliardi. L’ultima operazione è di Quaestio Sgr che gestisce il fondo Atlante, presieduto da Alessandro Penati che si è detto pronto ad intervenire anche sui Non performing loans (Npls) di tre delle quattro good bank (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti) salvate lo scorso anno e che Ubi ha detto di volere acquisire. «Ci deve essere un’offerta della banca che è bidding ed è soggetta al fatto che noi risolviamo (il problema degli Npls, ndr)», ha detto ieri Penati a margine di un convegno sugli Npls. Ma può il fondo Atlante risolvere da solo il problema dei crediti deteriorati, i quali benché siano in calo valgono ancora come sofferenze lorde poco meno di 200 miliardi di euro (85 miliardi quelle nette contro 89 miliardi a fine 2015) e con un livello di copertura pari a circa il 58% contro il 50% nel 2013, collocandosi tra le prime posizioni in Europa. «Atlante ha risorse limitate e per questo ci aspettiamo che altri fondi italiani ed esteri possano scendere in campo per affiancarlo», ha commentato Fabrizio Pagani, capo della segretaria tecnica del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a margine dello stesso convegno.
Finora le operazioni annunciate da Mps, UniCredit, Credito Valtellinese, Popolare di Bari si contano sulle dita di una mano, tutti deals che saranno perfezionati il prossimo anno in attesa che gli operatori e gli advisor “digeriscano” i numerosi provvedimenti che il governo ha messo a punto nell’ultimo anno e nella Finanziaria in corso di approvazione. «Il governo ha lavorato per creare gli strumenti per intervenire sugli Npls – ha detto Pagani – la buona notizia è che lo stock sta diminuendo. Stiamo sostenendo anche il consolidamento del sistema bancario e in questo senso va la riforma delle banche popolari e il processo con cui stiamo aiutando le banche».
Diminuire i tempi delle cause civili e dei contenziosi in materia fallimentare, costituire il registro elettronico delle procedure e dei beni sottoposti a procedura concorsuale sono alcuni dei provvedimenti ricordati dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha sottolineato come dai 5 milioni di cause civili davanti ai Tribunali quest’anno si è passati a 3 milioni e 800 mila. Una sfida per portare l’Italia su parametri europei a cui si aggiunge il piano di riordino dei Tribunali: «Per la prima volta dopo molti anni abbiamo bandito un concorso per 800 cancellieri, la sfida è aperta ce la possiamo fare».