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 2016  novembre 22 Martedì calendario

Neutralità dell’Ucraina. Un progetto fallito

Ho avuto l’impressione, leggendo la sua risposta sui rapporti fra Trump e Putin, che lei sospendesse il suo giudizio. Ma gli interessi di Putin sono chiari: avere mano libera in Ucraina e dintorni. Che l’Isis sia un problema per tutti, non c’è dubbio, ma per l’Europa la Russia è certamente più importante: prima o dopo l’Ucraina verrà inglobata nella Russia e sarà il problema europeo per i prossimi 100 anni. In tempi non sospetti ho paventato un G3 tra Russia, America e Cina, ovviamente a danno dell’Europa: con Trump, mi pare, si stanno creando le condizioni per quell’accordo che giudico scellerato.
Mario Russo

Caro Russo,In un discorso pronunciato nell’agosto 1991, il presidente americano George H. W. Bush (padre di George W.) esortò gli ucraini ad accantonare le loro aspirazioni all’indipendenza per ricercare una maggiore autonomia nell’ambito dell’Unione Sovietica. Sappiamo che l’Urss scomparve alla fine di quell’anno e che tutte le sue Repubbliche, fra cui l’Ucraina, divennero indipendenti. Ma il presidente ucraino, Leonid Kravchuk, non ignorava i rischi di una brusca separazione del suo Paese da Mosca e creò subito con Russia e Bielorussia una nuova unione dei maggiori popoli slavi della regione: la «Comunità degli Stati indipendenti». Il presidente russo, Boris Eltsin, capì che il rispetto delle reciproche sovranità era necessario al buon funzionamento dell’Unione e ne dette una prova con la amichevole soluzione del problema di Sebastopoli. La Russia avrebbe conservato in Crimea la sua maggiore base navale nel Mar Nero, ma sulla base di un contratto d’affitto rinnovabile: una formula non molto diversa da quella che gli Stati Uniti hanno adottato per alcune delle loro basi militari in Europa e soprattutto nel Pacifico.
Tutto andò bene fino a quando la Nato cominciò a espandersi fino alle Repubbliche del Baltico e George W. Bush, nel 2008, auspicò pubblicamente l’ingresso dell’Ucraina e della Georgia nella Nato. I fautori di una Grande Nato, estesa a una grande parte della vecchia area d’influenza sovietica, non capirono che l’indipendenza dell’Ucraina dipendeva dalla sua neutralità. Quanto più il blocco occidentale interferiva nelle vicende ucraine e dava l’impressione di volerla integrare nel suo sistema, tanto più la Russia di Putin si considerava politicamente autorizzata ad adottare le sue contromisure. Sarebbe stato possibile fare dell’Ucraina un utile ponte tra la Russia e le democrazie occidentali. Si sono create invece le condizioni perché diventasse un Paese conteso fra due blocchi.