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 2016  novembre 22 Martedì calendario

il denaro digitale

Uno su quattro farà acquisti online. E pagherà in digitale, senza banconote o monetine. Lo dice l’associazione Adoc in previsione di ciò che accadrà durante il Black Friday di questo venerdì. Una data che segna l’inizio della lunga stagione di shopping destinata a culminare con le settimane natalizie. Gli esperti attendono una grande crescita delle modalità di pagamento virtuali, dalle carte di credito digitalizzate, ai Pos a sfioro ( contactless ), dalle app su smartphone fino ai borsellini elettronici. Del resto, uno studio del Politecnico di Milano stima che entro la fine dell’anno arriverà a 26 miliardi di euro il controvalore delle transazioni effettuate in Italia senza banconote e monetine (erano 21,5 miliardi nel 2015). Anche se il nostro rimane uno dei Paesi in Europa dove è ancora più elevato l’uso del contante, potenziale ricettacolo di attività non trasparenti.
Per spingere i consumatori verso i pagamenti elettronici, si moltiplicano iniziative di cash back, anche in doppia cifra. Una la propone Satispay, la startup innovativa che metterà nelle tasche degli utenti uno sconto tra il 30 e il 60% sugli acquisti in duemila negozi d’Italia. La società è considerata tra le più avanti nel settore: una volta scaricata l’applicazione sullo smartphone il sistema si collega con l’Iban dell’utente (ovviamente con la sua autorizzazione) e si comporta come un borsellino elettronico: per pagare basta un tap sul cellulare. «Siamo alla vigilia di un grande cambiamento – spiega Alberto Dalmasso, ceo e fondatore di Satispay – e questo potrà andare a vantaggio dei consumatori, grazie all’abbattimento dei costi e delle commissioni». A patto che il meccanismo diventi di massa. Per questo, l’obiettivo 2017 di Satispay è arrivare alle catene della grande distribuzione e permettere a chi fa la spesa di pagare alle casse con il cellulare: «Non ci sono problemi tecnici, occorre solo preparare il personale e le cassiere», assicura Dalmasso.
Intanto un gigante come Unicredit lancia uno strumento di analisi legato ai Pos, a uso dei commercianti. Si chiama My Business View, e consente ai negozianti di mettere a punto la propria offerta utilizzando le analisi sulle transazioni: un esempio di marketing avanzato, partendo dal fintech.
Ma che cos’è, di preciso, il fintech ? L’albero su cui stanno appese le monete digitali ha tre grandi rami: il più conosciuto è, appunto, quello dei pagamenti senza cash. Ma poi c’è il retail bancario con le piattaforme di prestito o l’anticipo delle fatture per le imprese. Infine, il capital market : raccolta di soldi con il crowdfunding o roboadvisor che utilizzano degli algoritmi per la gestione dei patrimoni finanziari dei privati. Secondo Luca Scali, ricercatore e imprenditore che guida l’osservatorio sul mondo digitale Hub 21, «in Italia esistono 148 fintech attive in tutti i campi di business. Ma la crescita per numero è all’8% mentre l’Europa viaggia al 25% ogni anno. Troppe richieste di autorizzazioni e vincoli, compresi quelli della Banca d’Italia».
Basta vedere, per tornare al settore dei pagamenti, le novità in arrivo. Da poco un colosso come PayPal si è alleato con Siri, assistente vocale di iPhone: un messaggio mandato a genitori o amici permetterà l’accredito di soldi in modalità peer to peer sull’app di PayPal. Anche le carte di credito si muovono, con soluzioni che consentono il pagamento dallo smartphone al Pos a sfioro. «Una volta scaricata l’applicazione, la carta fisica viene digitalizzata nel cellulare e la transazione si fa in modalità tap&pay» racconta Roberto Catanzaro, direttore del business di CartaSi che ha lanciato una nuova soluzione (MySi Pay) e guarda già oltre: «Lavoriamo su funzioni aggiuntive come i sistemi di riconoscimento biometrico». Un buon risultato è quello di Jiffy, la WhatsApp dei pagamenti sviluppata da Sia, la società che gestisce gli scambi di moneta elettronica tra le banche: sono già quasi mezzo milione gli utenti registrati e 23 i gruppi bancari che aderiscono a un servizio attivo in tutta Eurolandia.
Eppure, la vera rivoluzione in arrivo non è soltanto tecnologica, ma anche normativa. Rischia di mettere fine al monopolio della banca nel suo rapporto con il cliente. E spalancare le porte del nostro conto corrente ai colossi della tecnologia, da Amazon a Google fino a Facebook e ai social network. La novità sta in una direttiva europea (si chiama Psd2) che ogni Paese dell’Unione dovrà adottare entro il gennaio 2018.
Al centro di tutto ci sta l’Iban, il codice di accesso riservato al nostro conto. Spiega Marco Folcia, associate partner di Pwc: «Ciascun correntista potrà permettere l’accesso sull’Iban a soggetti finanziari autorizzati da Bankitalia. Questi potranno osservare i movimenti del conto corrente, ma anche dare il via a operazione di pagamento che oggi, di fatto, sono permesse solo alla banca». Per esempio Amazon o altri marketplace al momento degli acquisti non dovranno più appoggiarsi alle carte di credito. Dal canto suo, Google potrà dare una sbirciatina ai dati finanziari senza però entrare nel dossier titoli (è vietato) per creare un profilo del correntista.
Qualcosa di questo futuro si vede già. Decathlon anche in Italia è alleata con la tedesca Sofort, colosso fintech che velocizza gli incassi bypassando la banca. Appunto, quale sarà il loro ruolo nel futuro? «Si dovranno organizzare per non perdere la relazione esclusiva con il cliente», afferma Folcia. Dovranno migliorare i servizi, a partire dagli instant payments. Lo spiegano proprio dalla Sia, che ha l’incarico di realizzare una piattaforma per l’area euro, in grado di garantire a tutti gli operatori che le transazioni avvengano in tempo reale. La partenza del servizio? Ultimo trimestre del 2017.