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 2016  novembre 19 Sabato calendario

Volkswagen, piano-shock per superare il dieselgate

Volkswagen taglierà 30mila posti di lavoro entro il 2020. Questa la cura da cavallo predisposta dall’amministratore delegato Matthias Mueller per superare la crisi del dieselgate e rendere più competitiva la marca tedesca. I dettagli del piano, anticipato dal quotidiano Handelsblatt, sono stati annunciati ieri dallo stesso Mueller e da Herbert Diess, numero uno del marchio Vw, in una conferenza stampa a Wolfsburg; subito dopo il consiglio di sorveglianza ha approvato il piano di investimenti 2017-2021 che prevede una riduzione del rapporto investimenti/fatturato al 6% entro il 2020 rispetto al 6,9% dell’anno scorso.
La riduzione dell’organico riguarderà soprattutto i siti tedeschi del gruppo, dove lavora quasi metà degli oltre 600mila dipendenti: sono previsti in Germania 23mila tagli sul totale di 30mila. Il cosiddetto «Piano futuro» concordato con i sindacati punta a una riduzione dei costi di 3,7 miliardi l’anno entro il 2020 (di cui 3 miliardi in Germania) e prevede investimenti di 3,5 miliardi nella ristrutturazione dei siti tedeschi e nelle nuove tecnologie. La riduzione dell’organico avverrà – ha precisato Diess – senza licenziamenti ma attraverso prepensionamenti, passaggio al part time dei dipendenti più anziani e mancato rinnovo dei contratti a termine. Volkswagen si è impegnata a non effettuare licenziamenti in Germania fino al 2025, ovvero fino al termine del piano strategico presentato da Mueller nei mesi scorsi.
Sono previste riduzioni degli organici anche in Nordamerica, dove è scoppiato il dieselgate oltre un anno fa, e in Sudamerica; in Argentina e soprattutto in Brasile, dove il mercato dell’auto è in profonda crisi e dove il marchio Vw è stato fra i più colpiti.
Diess ha sottolineato ieri che i margini della marca Vw restano «nettamente inferiori a quelli dei concorrenti» e ha ricordato che «finora i costi erano saliti parecchio», anche negli anni della grande crisi. «Volkswagen deve tornare al più presto a produrre utili».
Il grosso dei tagli, e quelli politicamente più delicati, sono i 23mila in Germania, pari a poco più dell’8% della forza lavoro del gruppo nel Paese. Nella tradizione tedesca e di Volkswagen, il piano è stato concordato con i sindacati (che dispongono di dieci posti su venti nel consiglio di sorveglianza) ed è stato oggetto di un duro negoziato fra lo stesso Diess e Bernd Osterloh, il potente capo del consiglio di fabbrica; sia il manager che il sindacalista erano a fianco di Müller nella conferenza stampa di ieri.
«Il piano di ristrutturazione più importante nella storia della marca Volkswagen – ha detto Mueller, il quale ha aggiunto che – il vero lavoro inizia adesso e la realizzazione del piano non sarà facile». «Una pillola amara» ha definito il piano Stephan Weil, presidente della Bassa Sassonia, riferendosi ai tagli in Germania che colpiranno soprattutto i 6 stabilimenti nel Land di Wolfsburg. 
Il piano di investimenti approvato ieri dal consiglio di sorveglianza prevede investimenti significativi nella trasformazione del gruppo, in particolare nello sviluppo dell’auto elettrica e delle tecnologie digitali; il tutto nell’ambito della Strategia 2025 presentata lo scorso giugno da Müller, strategia che dovrebbe portare al lancio di oltre 30 veicoli elettrici entro quella data. Questi investimenti contribuiranno alla creazione di 9mila nuovi posti di lavoro. Per addolcire la pillola dei tagli arriva la conferma di Wolfsburg – sede storica della società – e degli altri stabilimenti in Bassa Sassonia come siti strategici e polo per gli investimenti nelle vetture elettriche e nella digitalizzazione dell’auto: a Wolfsburg, Zwickau e Emden saranno prodotte auto elettriche; Braunschweig si occuperà delle batterie, Kassel svilupperà il sistema di trazione per la futura piattaforma elettrica modulare MEB e Salzgitter produrrà componenti.
Il processo comporterà una vera e propria rivoluzione tecnologica e richiederà competenze in parte diverse da quelle finora disponibili in azienda, in particolare con l’aggiunta di competenze software: 900 nuovi posti nel campo sono previsti a Wolfsburg.
Proprio la sfida del fututo dell’auto è il punto chiave ma anche il maggior punto di domanda sulla realizzazione del piano. «Il mercato dell’auto è alla vigilia di una profonda trasformazione – ha detto Diess -. Tutti dovranno ristrutturare, ma noi lo facciamo in anticipo». In realtà Vw si è lanciata sulla strada dell’auto elettrica dopo numerosi concorrenti, ma come gli altri sa che nonostante i progressi tecnologici e l’enfasi degli ultimi Saloni, le quote di mercato delle vetture a batterie sono ancora limitate e il successo della nuova strategia è tutt’altro che assicurato. «Abbiamo bisogno del sostegno della politica» ha detto a questo proposito Osterloh.
L’altra incognita rilevante è l’impatto del dieselgate, costato finora 18 miliardi di accantonamenti ma il cui impatto definitivo è lungi dall’essere chiarito. Entro fine anno è atteso l’accordo americano sui motori diesel da 3 litri, che dovrebbe vedere un altro onere miliardario per il gruppo; resta infine aperto il capitolo dei risarcimenti in Europa (anche agli investitori).