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 2016  novembre 19 Sabato calendario

Costa 200mila euro e l’hanno già fatto almeno in trecento

È del 1968 quella prima versione cinematografica del romanzo di Pierre Boulle “Il pianeta delle scimmie” in cui, variando rispetto al viaggio di due anni del libro, si immaginano gli astronauti ibernati per i 700 anni del tragitto. È pure del 1968 il racconto di Dario Ortolani “L’uomo che voleva vedere il 2000”, in cui un riccone che vuole arrivare il nuovo millennio lascia tutto a un nipote che deve provvedere al mantenimento del suo corpo, ma che alla fine si ribella all’idea che il vecchio finisca per vivere più di lui. Nei primi anni ’70 comparve sull’Intrepido, allora uno dei fumetti italiani più venduti, una serie che si chiamava Iber, ed in cui si immaginava un gruppo di scienziati ibernati al Polo Nord in modo da poter essere tenuto da parte come risorsa per l’umanità al momento del bisogno veniva risvegliata da un maremoto, trasformandosi per il trauma in una setta di fanatici decisi a conquistare il mondo. Fantascienza, appunto. Ma che in quel momento andava così di moda proprio perché il 12 gennaio del 1967 James Hiram Bedford, professore di psicologia alla University of California, era stato il primo uomo della storia a farsi ibernare, dopo essere morto a 74 anni. Tuttora il suo corpo è preservato alla Alcor Life Extension Foundation, e tra i fanatici della “Cryonics” il 12 gennaio è celebrato come il “Bedford Day”. 
Pioniera del business, la Alcon ha oggi due concorrenti: la Cryonics, pure americana, a la KrioRus, russa. È la più cara: 200.000 dollari per l’intero corpo e 80.000 per il solo cervello, contro i 100.000 della Cryonics e 36.000 per il corpo e 18.000 per il cervello della KrioRus. Tra i 337 i corpi attualmente custoditi anche due italiani: Aldo Fusciardi, morto nel 2012, e Cecilia Iubei, morta a febbraio. La procedura prevede il ripristino per via meccanica di ventilazione ai polmoni e sangue al cervello subito dopo la morte, per poi somministrare sostanza protettive e immergere il corpo in acqua gelida per il trasporto. Al momento dell’ibernazione vera e propria bisogna iniettare via endovena una soluzione per evitare che congelino tutti i tessuti. Passo finale, l’immersione nell’azoto liquido.