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 2016  novembre 21 Lunedì calendario

Giù la maschera

ROMA ORA non tira più al cuore, lo protegge. Elisa cambia vita, città, pedana. Oro a Londra nel fioretto, argento a Rio, e a Tokyo chissà. Elisa si è sempre bevuta e fumata tutto, si è fatta attraversare da tante lame. Ha ballato senza maschere sulla sua diversità: istinto, sincerità, aggressività. Il destino le ha dato e tolto: oro per una stoccata, argento per una stoccata. Il cerchio si è chiuso sullo stesso numero: 12-11, 11-12. A Di Francisca va bene così. «È più difficile vincere che perdere. Il successo dà dubbi, la sconfitta rabbia. Nel primo caso ti consumi, nel secondo bruci. Convivere per quattro anni con la gloria crea responsabilità con se stessi, gli altri nel mio caso non c’entrano. Difendere il titolo a Rio è stato pesante e io quella cappa pesante l’ho avvertita. Ho ripreso ad allenarmi da tre giorni e tutti a dirmi, dai, bene, che così ti prendi la rivincita sulla russa Deriglazova. Rivincita, e perché? Si è meritata l’oro, quel giorno è stata migliore di me, e volete sapere una cosa: non m’interessa vendicarmi, anzi voglio cambiare aria, assaggiare il mondo, uscire dallo sport, e soprattutto vivere il mio amore. Oltre allo stress, alle gare, alla rivalità c’è altro e io voglio buttarmi in questo altro. A 34 anni direi che me lo merito». Nausea, stanchezza, rifiuto? No, solo una svolta. «Il mio compagno Ivan, produttore tv, lavora a Roma quindi mi sono trasferita, per ora lascio Jesi, che resta la mia casa e la mia famiglia. E dove sono arrivate Beatrice Monaco da Livorno e Alice Volpi da Siena. Io mi sono presa una pausa, rientrerò in gara a gennaio, non so se arriverò fino a Tokyo, mi metto in viaggio, con la passione di sempre per la scherma, quella non mi è passata, ma quattro anni per una destinazione sono tanti e io voglio molti figli. Però non programmo, mi sono iscritta a un corso di dizione perché mi piacerebbe fare qualcosa in tv, ma non nello sport, insomma voglio esplorare, con umiltà, e non escludere più il resto».
Con Elisa che si allenerà al club scherma Roma si spezza il sodalizio con Giovanna Trillini, amica, maestra, campionessa. «Ci siamo parlate, mi ha dato tanto, mi ha arricchita, mi ha insegnato a fare scherma con le più piccole, a distanza ravvicinata. Ma ora che sono a Roma mi allenerà Giulio Tomassini che per me è il maestro. Anche se andranno presi accordi visto che lui insegna ad Avignone. Giulio non ti dice mai dove sbagli, esalta le tue caratteristiche, è disposto a dare, cura i particolari, 4 ore solo a studiare e a ripetere il movimento del polso. Annalisa Coltorti continuerà a seguire la mia preparazione atletica, a volte verrà lei, a volte rientrerò io a Jesi. Il cordone ombelicale non si stacca, si allenta, tra l’altro partecipo al Dabl, un programma di formazione triennale, per raccontare il mio legame con le Marche. A tutte noi mancherà quella quotidianità fatta di fisicità e di complicità, ma crescere significa cercare altre strade. E se lo fai a Roma città bellissima, ma caotica, significa che i tempi della tua vita non li decidi più tu, come capita nel piccolo centro, dove fai sei cose al giorno, ma li decide la città. Questo io lo patisco molto, non mi sento libera».
Com’è andata l’esperienza con un team femminile per una che ha sempre detto di aver bisogno di un domatore di leoni? «Le donne hanno un merito, se hanno una meta da raggiungere sanno fare squadra, ma siamo anche molto sensibili, abbiamo antenne che captano il minimo ultrasuono. Ci siamo parlate, in più Giovanna si è appena operata al ginocchio. E quando i cervelli sono raffinati tutto è più complicato, ma lavorare insieme è stato bello e utile. A Rio non riuscire a perdere la concentrazione con la tunisina Boubakri che si fermava ogni cinque minuti per un supposto male fisico è stato un esercizio zen». Per la verità dal labiale si percepiva altro. «Be’ non esageriamo, un po’ di parolacce le avrò dette, anche la filosofia zen ha dei limiti. Però conoscendomi potevo andare via di testa. Da tempo ho detto al mio compagno Ivan che la lucina accesa sul letto mi dava fastidio, l’altra sera l’ho fatta a pezzi». Con Arianna Errigo i rapporti restano freddi? «La stimo, con lei sono sempre stata bene, ma sì qualcosa in avvicinamento a Rio è cambiato, non da parte mia. Non l’ho più sentita, ma sono qui, quando vuole. Un po’ di delusione c’è, si può superare».
Elisa Di Francisca si toglie la maschera? «Il mio fuoco per la scherma non è spento, quella magia per me è eterna, quando mi sfidano con l’arma in mano, sono sempre pronta ad accendermi. Ma è la mia consapevolezza che è cambiata, ho conquistato una forza come persona, e anche un amore, che sto costruendo. Tokyo è una destinazione lontana, sento molta responsabilità verso i miei compagni di viaggio, e sono stata chiara con tutti, non so se mi fermerò prima o se ci arriverò. Conosco solo uno spicchio di mondo, è ora di allargarlo».