la Repubblica, 19 novembre 2016
La galassia di Alfio Marchini nel mirino della Procura. «I bilanci non sono veritieri»
MILANO Due società quotate, la Methorios capital e la Imvest, collegate fra loro da una partecipazione azionaria: la prima ha una quota del 25% nella seconda. E da un nome, Alfio Marchini, l’imprenditore romano, che nelle ultime due elezioni si è candidato a sindaco della Capitale.È lui il nome intorno al quale ruotano le perquisizioni che ieri ha svolto il nucleo di polizia valutaria della Gdf in una serie di società tutte rientranti nell’orbita dell’imprenditore romano. Marchini, che è stato anche tra gli azionisti rilevanti della Methorios, è chiamato in causa in quanto amministratore di fatto della Imvest spa, controllata dalla Astrim, in cui Marchini figura come presidente del consiglio di amministrazione.L’ipotesi dell’inchiesta è che i bilanci 2014 e 2015 della Methorios e 2015 della Imvest siano falsi. «Sono stati consapevolmente esposti fatti materiali non rispondenti al vero – scrivono nel decreto di perquisizione i pm Giuseppe Bianco e Maria Rosaria Guglielmi – ed è stata omessa la comunicazione al mercato di fatti materiali rilevanti circa la situazione economica, patrimoniale e finanziaria». Nell’attivo della Imvest, invece, sarebbero stati iscritti asset e crediti inesistenti. Nessuno degli amministratori è stato risparmiato e ben 22 nomi, oltre a quello di Marchini, sono finiti nel registro degli indagati.Tra di loro figurano i due principali azionisti della Methorios, i manager Fabio Palumbo ed Ernesto Mocci entrambi con il 46,8% ciascuno. Prima di loro, a libro soci, tuttavia, erano altri gli azionisti rilevanti: il gruppo Optimum col 32% tramite Futura Fund di Malta, Marchini con una quota passata prima dal 30 al 16,6% e poi ceduta col suo ingresso in politica. Allora Mocci e Palumbo avevano solo il 12,6% ciascuno.Un giro di partecipazioni sui cui i magistrati vogliono vederci chiaro, come dimostrano le perquisizioni effettuate presso la sede della Nsfi srl, la ex Lujan, una holding il cui controllo è stato rilevato dalla fiduciaria Finnat (perquisita) direttamente da Marchini, che ne possedeva il 90%, e dalla Immobiliare della Neve (anch’essa perquisita), controllata dalla stessa Lujan, che possedeva il restante 10%. Era attraverso la Lujan che Marchini deteneva le quote della Methorios. Parte delle sue partecipazioni, Marchini le aveva vendute al fondo maltese Futura Fund, incassando 11 milioni di euro. Pochi mesi dopo la cessione, parte di quei proventi Marchini li avrebbe usati per rilevare titoli sempre della Methorios da Mocci e Palumbo, che si divisero 4 milioni di euro. Buona parte dei contanti utilizzati per far circolare le quote sono arrivati grazie ai rapporti con la Popolare di Vicenza, finanziatrice dei fondi Optimum, che a loro volta aveva investito in Futura Fund. Nonostante i cambi dell’azionariato, la Methorios si è comunque sempre occupata di consulenza finanziaria, ma da qualche anno non riesce più a fare bene i conti in casa propria. L’ultimo bilancio si è chiuso con un buco di 62 milioni di euro, dovuto per lo più a svalutazioni di attività per 54,9 milioni. A gestirla sono il presidente Paolo Cacciari, un commercialista torinese, anche lui indagato, che ha sposato la figlia dell’ex presidente della Camera, Luciano Violante, e l’amministratore delegato Maurizio Tondo. Alla procura non tornano i numeri appostati in bilancio: «Non risulterebbero veritieri i valori attribuiti alle partecipazioni della Methorios nella Methorios insurance broker e nelle due società estere Prodigy Capital e Dynex Energy». La denuncia è stata presentata da un insider, l’ex presidente del cda, Andrea Suriano, che non si è però salvato dall’iscrizione tra gli indagati.