Corriere della Sera, 21 novembre 2016
Futbol come un videogame. Il Siviglia spaventa la Juve
Raramente il calcio assomiglia a un videogioco. Ma Jorge Sampaoli, che domani affronta la Juventus in Champions guardandola dall’alto di due punti di vantaggio, non smette mai di creare software per i suoi giocatori. In senso figurato, attraverso nuove conoscenze tattiche che già all’andata hanno sorpreso Massimiliano Allegri (allo Stadium finì 0-0). Ma anche in senso letterale: da inizio 2015 Sampaoli e il suo staff usano un videogioco sviluppato apposta (dall’azienda Mego Limitada alla modica cifra di 550mila euro) per simulare nel modo più credibile le situazioni che si possono creare sul campo.
La grafica di Sandball non è eccellente come quella dei più noti videogiochi in commercio, ma è da loro che tutto è cominciato: visto che i calciatori ne fanno largo uso e che nelle riunioni tecniche hanno una capacità di concentrazione limitata, perché non mettere loro un joystick in mano per approfondire tattiche e movimenti? L’idea è venuta a un giornalista argentino, Matias Manna, che non a caso è entrato a far anche parte dello staff come video analista: «L’idea è quella di cambiare modello di comunicazione tra tecnico e giocatori – ha spiegato Manna – per fare in modo che le consegne siano recepite davvero. Creiamo nel videogioco i profili individuali degli avversari e poi diamo il joystick in mano ai calciatori che si divertono e anticipano alcune situazioni della partita».
Il segreto del Siviglia e di Sampaoli non è tutto qui, ci mancherebbe. Come non lo era del Cile, dove questo tipo di lavoro extra è cominciato. Ma per soddisfare l’ossessione del lavoro che divora il tecnico argentino, forse non c’è nulla di meglio: trasformare anche il tempo libero in apprendimento, attraverso la simulazione e il divertimento. I risultati, anche nella Liga dove il Siviglia è in zona Champions, stanno dando ragione a Sampaoli, atteso al varco alla sua prima panchina europea. Anche perché a Siviglia funziona un altro software, ovvero Moneyball: quello per cui scientificamente si comprano a poco i giocatori e li si rivende a molto. Rispetto al Siviglia di Emery che un anno fa beffò la Juve la squadra è cambiata. E fa più paura, anche per il talento dei singoli, da Vitolo a N’Zonzi, da Nasri a Kranevitter.
Perché come dice Allegri, alla fine sono i campioni a risolvere il dilemma se il calcio sia arte o scienza. «Non si può insegnare agli uccelli a volare» ha sintetizzato Max, con una felice metafora dopo la punizione di Pjanic col Chievo. E lo scontro di domani sembra più che mai quello tra due tecnici agli antipodi. In una Champions che però fino adesso non dà ragione a nessuno dei due, perché arrivare primi o secondi nel girone sembra indifferente: oltre all’arte e alla scienza, per fare strada ci vorrà anche molta fortuna.