La Stampa, 19 novembre 2016
La bellezza è un’ossessione mondiale
La bellezza, che ossessione! Nell’era dei selfie e del fotoritocco, non c’è scampo: le donne si specchiano (anche) negli smartphone e nei social. E per quanto siano state scritte intere biblioteche sull’importanza della fiducia in se stesse, della solidità, dell’intelligenza emotiva, l’immagine sta per prendere il sopravvento.
Il corpo sull’anima
Nella ricerca Allergan «The Changing Face of Beauty: A Global report» condotta su 7700 donne tra i 18 e i 65 anni in 16 Paesi, i due fronti (bellezza interiore contro esteriore) sono alla pari con un 41%, ma solo facendo la media. In parecchie nazioni (Turchia, Brasile, Thailandia, Sud Corea) l’interiorità non è molto considerata: uno scarto di dieci punti fa prevalere il corpo sull’anima, il look, i capelli, il make-up, lo stile, vincono su doti come la sensibilità, l’empatia, l’intuizione. In Italia il sorpasso c’è già stato: il 43% volta per l’esteriorità. Dieci anni fa in un’indagine analoga soltanto il 25% riteneva tanto fondamentale la manutenzione e la correzione di difetti veri o presunti.
Mania del controllo
Il cambiamento è mondiale. Le donne vogliono avere il controllo del proprio aspetto per essere seducenti (la presenza di un fidanzato/marito incide dal 30 al 40%) ma soprattutto per star meglio con se stesse. Il che significa poter essere guardate – dai vicini di casa, a un matrimonio, per strada – e piacersi. Con delle differenze, certo.
Le cinesi sono fissate con gli zigomi (il 40% li modificherebbe) le brasiliane vogliono il viso senza macchie (89 %) e sono disponibili al ritocco ma pretendono la garanzia del risultato. Le sudcoreane cominciano presto: a 18 anni le ragazze fanno «la base», cioè naso e occhi. Un viso piccolo con un mento a forma di V, gli occhioni e un naso all’insù sono simbolo di bellezza e femminilità. Il primo intervento è sempre la «doppia palpebra» e il taglio che dà allo sguardo l’effetto manga. Il modello arriva dai personaggi dei fumetti, e la motivazione è semplice: i belli sono trattati meglio.
La manutenzione è rigorosa, la parola d’ordine è «Ulzzang look», cioè «miglior faccia». Le messicane (76%) e thailandesi (66%) sono favorevoli ai filler, mentre le giapponesi mantengono ancora alto il valore della persona nel suo insieme (46%) e un rapporto meno squilibrato tra il «dentro» il «fuori». Però anche lì c’è un’ossessione: la pelle deve essere, «mochi mochi», morbida e delicata come quella di un bambino. «Il nostro tempo, focalizzato sulla vista -udito ha reso planetario il rituale di fotografare la zona occhi e valutare che effetto fa il primo piano», dice il chirurgo plastico Massimo Signorini. Questa preoccupazione è collettiva, trasversale, intergenerazionale.
Incubo pancia
Sull’estetica, le italiane non hanno dubbi: per il 39% il corpo è al primo posto (e la pancia è l’incubo). Seguono gli occhi (22%) e la qualità della pelle (14%). Il 52% delle donne fra i 18 e i 35 vorrebbe un naso diverso. Le paure più grandi ? Borse sotto gli occhi (76%) e doppio mento. Quest’ansia si è trasformata in un genere di narrativa, come dimostrano due titoli usciti contemporaneamente in questi giorni e difficili da classificare.
Manuali? No. Ricerche? Nemmeno? Romanzi? Forse. Dvora Ancora, medico estetico, ha appena pubblicato «Veramente Belle» (Cairo), una guida al miglioramento di sé con buona volontà, laser e radiofrequenze, piena di storie vere: Sara, Annalisa, Livia, Alina, Anna, Rossella. Avendo girato il mondo, Tel Aviv, Rio de Janeiro, New York, Milano, conferma la tendenza. Tutte vogliono il viso meno segnato, senza macchie, la fronte liscia e niente codice a barre sulle labbra. Con un intelligente frazionamento del titolo invita ogni donna a essere «vera-mente bella», con la testa e con il cuore. Perciò il chirurgo estetico è diventato qualcosa di più. Ed ecco «Beauty Coach» (Marsilio) il libro di Fiorella Donati, specialista in chirurgia estetica, che raccoglie le domande delle donne, preoccupata dal fatto di sentirsi belle soltanto «dentro». «The Changing Face of Beauty» registra una tendenza molto forte: far pace con se stesse davanti allo specchio può tradursi in benessere, in felicità. Dal corpo si torna all’anima, con il percorso inverso. Come dicono le brasiliane, l’importante è il risultato.