Corriere della Sera, 20 novembre 2016
Energia da sole e vento, la corsa verso il futuro
La conferenza sui cambiamenti climatici che si è conclusa venerdì a Marrakech ha lanciato, come sempre succede nelle riunioni Onu sull’argomento, allarmi preoccupati. In parallelo, è però interessante cercare di capire come evolverà nei prossimi anni la domanda di energia e in quali forme sarà soddisfatta. La società di consulenza McKinsey ha provato a fare previsioni. Nel complesso, la domanda globale da qui al 2050 continuerà a crescere ma a un ritmo dello 0,7% l’anno, decisamente inferiore all’oltre 2% registrato tra il 2000 e il 2015. Le ragioni: crescita della popolazione e dell’economia inferiori, maggiore digitalizzazione, aumento del peso dei servizi rispetto all’industria. E maggiore efficienza negli utilizzi energetici: nel 203 5, calcola McKinsey, un’auto non elettrica consumerà il 40% in meno di combustibile rispetto a oggi; nel 2050, la quantità di energia usata per produrre un’unità di Pil sarà del 50% inferiore a quella del 2013. A metà del secolo, il 77% della nuova capacità installata verrà dal sole e dal vento; il 13% dal gas naturale, il 10% dal resto. Significa che nel 2050 le rinnovabili, escluso l’idroelettrico, produrranno più del 30% dell’energia globale: una passo avanti enorme rispetto al 6% del 2014. L’uso di petrolio dovrebbe iniziare a scendere attorno al 2030 e quello di carbone verso il 2 025. La stima è che nel 2050 l’energia da carbone sarà il 16% di quella totale, un crollo rispetto al 41% di oggi, e in genere quella da carburanti fossili si ridurrà dal 66 al 38%. Il risultato sarà che, sulla base di queste tendenze, le emissioni di gas a effetto serra cresceranno del 14% nei prossimi vent’anni: è più di quanto stabilito dall’accordo di Parigi dell’anno scorso; dal 2035, però queste emissioni si stabilizzeranno e poi inizieranno a diminuire, per le ragioni dette. Insomma, da un lato si va a rapidi passi verso energia più pulita e verso più efficienza nel suo utilizzo, dall’altro nel prossimo ventennio la popolazione aumenterà di 1,5 miliardi e il Pil crescerà del 50% : in qualche modo occorrerà tenere la luce accesa.Tutto può essere diverso dalle previsioni, naturalmente. Un nuovo crollo del prezzo del petrolio rallenterebbe l’introduzione di tecnologie pulite. Per un altro verso, nuove scoperte tecnologiche miglioreranno l’efficienza energetica. Fatto sta che forse non stiamo correndo, ciechi o sonnambuli, verso la catastrofe.