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 2016  novembre 20 Domenica calendario

Il caso Cox e la giustizia veloce

È iniziato a Londra dinanzi alla giuria dell’Old Baily il processo contro Thomas Mair, accusato dell’omicidio della deputata inglese «Anti- Brexit» Jo Cox. Gli sviluppi di questa vicenda consentono di osservare da vicino il processo accusatorio anglosassone, improntato a rapidità, efficacia e razionalità, scevro da ripetitivi e inutili formalismi, secondo una dialettica che garantisce in ogni fase i diritti contrapposti dell’Accusa e della Difesa, che non conosce tentativi dilatori degli imputati, e nel quale tutte le prove contro l’accusato si formano nel pubblico dibattimento, il cui inizio estingue la prescrizione. La storia è questa: il 16 giugno Jo Cox, esponente laburista, è uccisa a coltellate e con tre colpi di pistola a Birstall, nel West Yorkshire, dal 52enne Thomas Mair, che grida: «Freedom for England!». In sua difesa è intervenuto inutilmente Bernard Carte-Kenny, a sua volta pugnalato ma non in modo grave. Il 18 giugno l’assassino viene condotto per l’«Habeas Corpus» (la convalida dell’arresto) dinanzi alla Westminster Magistrates Court di Londra. Invitato dalla giudice Emma Arbuthnon a declinare il proprio nome risponde: «Il mio nome è: Morte ai traditori! Freedom for England!». Gli viene quindi contestata in base alla legge antiterrorismo l’imputazione di omicidio, lesioni personali, possesso illegale di arma da fuoco e da taglio atta ad uccidere. La giudice rinvia Mair dinanzi alla Central Criminal Court, detta Old Bailey (dal nome del palazzo di giustizia londinese) ordinandone, per il dibattimento, la perizia psichiatrica. Le udienze dell’Old Bailey, composto da una giuria di 12 cittadini, sono dirette da un giudice togato cui spetta di infliggere la pena se l’imputato è dichiarato colpevole; il Pubblico ministero in questi processi è rappresentato da un magistrato togato del Crown Prosecution Service (Servizio Indagini della Corona), che dipende dall’Attorney General, membro del Governo di Sua Maestà, che ne risponde in Parlamento. Il 20 giugno l’Old Baley conferma la detenzione per Mair e rinvia il processo al 23 giugno per la decisione sulla libertà su cauzione. Il 23 giugno Mair compare in video- collegamento dinanzi all’Old Baily che riconferma la custodia in carcere, stabilisce al 15 ottobre l’udienza per la nuova richiesta di cauzione e fissa il dibattimento al 15 novembre. Quali riflessioni suggerisce questa esemplare Judicial History di oltre Manica? Poiché la sentenza Mair verrà presumibilmente emessa entro novembre, dall’omicidio saranno trascorsi appena cinque mesi. Ma al di là dell’esito, questo processo dimostra come si possa decidere in tempi ragionevoli la sorte dell’imputato di un gravissimo delitto nel rispetto delle garanzie di difesa e dell’interesse della collettività a una pronta giustizia. Un parallelo tra la nostra e la procedura britannica non è proponibile a causa della loro profonda diversità. Ma una cosa si può dire: finché manterremo in vita l’attuale complicato, irrazionale e defatigante sistema (un vero «Teatro dell’Assurdo» che, dipanandosi tra Pm, Gip, Tribunale del Riesame, incidenti probatori, ricorsi in Cassazione, Gup, ecc., genera un arretrato di 3.500.000 procedimenti e 130.000 prescrizioni ogni anno), per la nostra giustizia una conclusione così ravvicinata, per un omicidio pluriaggravato di matrice terroristica, sarebbe una missione impossibile.