Corriere della Sera, 19 novembre 2016
Teoria visionaria. Funziona soltanto per singole cellule
1 È possibile ibernare un corpo per farlo rivivere?
No, è una teoria da film di fantascienza. Nessuno ha mai congelato una cavia intera dimostrando di poterla riattivare. È un procedimento complesso che funziona, e non sempre, solo nel caso di singole cellule o gruppi limitati di cellule. Pensiamo, ad esempio, agli ovociti utilizzati nella procreazione medicalmente assistita.
2 La funzionalità di un organismo umano così complesso può essere mantenuta dopo la morte?
No, la crioconservazione comporta inevitabilmente un danno cellulare grave. Inoltre il corpo umano è un insieme di cellule che devono funzionare secondo un meccanismo preordinato ed è fantascienza pensare che il meccanismo possa essere riacceso dopo essere rimasto spento per decenni. I Mammuth ritrovati sotto i ghiacci si sono estinti per sempre.
3 Tre società offrono il servizio della crioconservazione. Come avviene?
Di per sé la tecnica non è difficile. Si dovrebbe utilizzare azoto liquido ad una temperatura di 196 gradi sottozero, come per cellule e tessuti. Il tempo della procedura dovrebbe essere rapido e seguire certi passaggi per non compromettere l’ipotetica capacità di ripresa dell’organismo. Ma ci muoviamo su un terreno di pura finzione, limitato anche dalle leggi sull’accertamento di morte. Quella italiana prevede 24 ore di attesa a partire dall’arresto del battito cardiaco.
4 Qual è la posizione della bioetica?
Non esiste un problema morale. Il corpo non è vilipeso, e bisogna presumere che chi chiede di essere ibernato ha del proprio corpo massima considerazione. In ogni caso, la volontà del richiedente deve essere chiarissima, per i minorenni dovrebbero esprimerla i genitori. Non è prevedibile che in qualche Paese del mondo si pensi ad una forma di legalizzazione. La resurrezione fisica è una teoria immaginifica, senza fondamento.
5 E dal punto di vista speculativo?
L’offerta di procedure conservative dell’individuo si configura come una truffa. Significa vendere speranze ad alto costo (i listini delle tre società indicano costi fino a 200 mila dollari). In realtà viene offerta in cambio di denaro a famiglie addolorate una prospettiva che al momento è una vera e propria sciocchezza scientifica. Si lascia credere alla gente che questo tipo di conservazione di cadavere abbia un senso e che un giorno dalla morte si possa tornare alla vita.
6 La scienza ha oltrepassato confini inimmaginabili, ad esempio la clonazione o la riparazione dei geni malati. Perché però escludere a priori futuri sviluppi che oggi immaginiamo soltanto nelle fiction?
Dopo la morte scatta un degrado termodinamico. La vita non è soltanto un fatto meccanico, dipende dall’attività. Se il cervello rimane inattivo a lungo, muore definitivamente. Non si può in nessun modo sognare di ricaricarlo malgrado qualche ricercatore visionario abbia azzardato questa passibilità futura attirando feroci critiche da parte di tutti i colleghi.
(Hanno risposto alle domande Cinzia Caporale, vicepresidente Comitato nazionaledi bioetica; Alessandro Nannicosta, direttore centro nazionale trapianti; Tullio Pozzan, direttore dipartimento scienze biomediche Consiglio nazionale delle Ricerche)