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 2016  novembre 18 Venerdì calendario

Un’emergente per Trump: sfuma Giuliani, c’è la Haley

NEW YORK Traffico intenso all’ingresso della Trump Tower. Il palazzo nel quale il presidente eletto sta selezionando i finalisti come ha chiamato lui stesso i candidati per le poltrone di governo, è preso d’assalto da visitatori e postulanti, tra i quali si nascondono i veri aspiranti alle cariche. Ieri è stato il turno di Henry Kissinger, primo nella giornata a prendere l’ascensore per il 14mo piano dell’edificio. L’ex segretario di Stato di Richard Nixon non ha mai smesso negli ultimi 40 anni di esercitare un ruolo di gran consigliere tra i conservatori, e alcuni dei nomi che circolano al momento come quello del generale Mike Flynn (consigliere per la Sicurezza nazionale) e Newt Gingrich (segreteria di Stato) sono suoi protetti. Trump ha incontrato il Ceo della Federal Express Fred Smith e il governatore della Florida Rick Scott, il direttore della Nsa Michael Rogers e la governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley. Sul suo tavolo ci sono 47 profili di candidati che hanno passato il vaglio dei consulenti della squadra di transizione.
L’ASTRO NASCENTE
La Haley è una delle ultime selezionate, e il suo nome viene fatto per l’ambita posizione di segretaria di Stato. L’inserimento è visto con sospetto, perché la governatrice, astro crescente nel partito repubblicano e molto apprezzata anche in ambienti democratici, non ha nessuna esperienza di rapporti con le diplomazie estere. Una sua eventuale scelta però potrebbe pacificare l’aspra battaglia in corso per la poltrona. Rudy Giuliani la considerava sua, e non è rassegnato a vedersela soffiare per via di una generica accusa di un conflitto di interessi. La direttrice della campagna elettorale di Trump Kellyanne Conway ha dovuto bacchettarlo per la disinvoltura con la quale ha commentato in pubblico la vicenda. Giuliani ha rapporti commerciali con stati e municipalità straniere per via della consulenza che esercita da anni nel campo della sicurezza. Ma legami ancora più ambigui non avevano ostacolato la candidatura di Hillary Clinton alla presidenza, fa notare uno degli sponsor di Giuliani, il senatore Bob Corker, a sua volta sussurrato come possibile alternativa per lo stesso ministero.
Oltre agli aspiranti ministri, Trump ha ricevuto ieri nel grattacielo la prima visita informale di un capo straniero: il pm giapponese Shinzo Abe. Presto inizierà a ricevere briefings quotidiani sulla sicurezza nazionale. Il palazzo è stato preparato per garantire la protezione necessaria a questi avvenimenti rituali? Alcuni esperti suggeriscono che sarebbe meglio effettuarli in una sede separata, in attesa del trasferimento a Washington. 
LE RIFORME
Nella capitale ieri è tornato il vice di Trump Mike Pence, per un nuovo giro di contatti istituzionali con i leader dei due partiti in entrambe le camere del congresso. «Allacciate le cinture di sicurezza» ha detto Pence ai repubblicani. Trump intende coordinare con loro un intenso programma di riforme che nel giro di un anno dovrebbe cambiare il volto del paese, con un nuovo codice fiscale, una riforma sanitaria alternativa a quella di Obama, e nuove leggi sull’immigrazione. Il segretario di Stato del Kansas Kris Kobach ha rivelato che la nuova amministrazione vuole istituire un registro dei musulmani in arrivo negli Usa, sulla falsariga di quelli compilati durante la seconda guerra mondiale per i giapponesi e gli italiani, e che poi si tradusse nei nefasti campi di internamento.
Piovono le riconciliazioni tra Trump e i suoi più acerrimi critici. Oltre alla possibile candidatura di Ted Cruz per il posto vacante alla corte suprema, ieri si è saputo che il presidente eletto incontrerà questo fine settimana l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney, il primo tra i repubblicani ad averlo dichiarato un «incorreggibile truffatore» non più di sei mesi fa. Romney potrebbe diventare segretario alle Politiche energetiche.