Il Sole 24 Ore, 18 novembre 2016
Tokyo compra titoli per frenare lo sprint dei tassi
TOKYO Missione compiuta – per il momento – schierando il nuovo “bazooka” senza sparare alcun colpo. Lo ha fatto la Banca del Giappone, preoccupata per l’ascesa dei tassi di mercato.
La Boj ha varato ieri per la prima volta operazioni di acquisto potenzialmente illimitato a tassi fissi di bond nipponici, previsti dalla nuova strategia monetaria di «Allentamento Quantitativo e Qualitativo con Controllo della Curva dei Rendimenti» introdotta lo scorso 21 settembre. Si è trattato di due operazioni: una per rilevare titoli a scadenza da uno a tre anni, l’altra da tre a cinque anni.
Il mercato sembra aver compreso il segnale che la BoJ non intende consentire un apprezzabile rialzo dei tassi nipponici anche se quelli americani sono già saliti parecchio e potrebbero balzare ulteriormente se la Federal Reserve aumenterà i tassi ufficiali: i tassi sui Jgb hanno infatti interrotto la loro ascesa e si sono ridimensionati, soprattutto quelli a breve, anche se l’offerta di acquisto a tassi fissi non ha trovato alcuna adesione da parte delle istituzioni finanziarie in quanto il «listino prezzi» proposto era leggermente più basso di quello prevalente.
In particolare, il mercato ha avuto la percezione che la BoJ non intenda permettere che i tassi sui quinquennali tornino positivi, anche più che schiacciare allo zero assoluto quelli sui decennali. Dallo 0,025% della mattinata, i rendimenti dei decennali sono scesi fino a 0,01%.
Mercoledì scorso, quando per la prima volta dal 21 settembre i tassi sui decennali sono tornati in positivo, gli operatori avevano cominciato a interrogarsi sulla reale volontà della banca centrale nipponica di difendere la sua nuova politica, che si focalizza sul mantenere «intorno a zero» i tassi sui decennali. La risposta è stata immediata e forte, in quanto in molti si aspettavano che l’istituto avrebbe aspettato ancora un po’ prima di mettere in campo la sua nuova arma.
Certo è sorprendente come la situazione sia cambiata nel giro di poche settimane: a fine settembre era parso che la BoJ fosse preoccupata da tassi che tendevano a diventare fin troppo negativi e si ponesse il problema di ridurre i suoi acquisti di bond, mentre ora si trova a combattere una tendenza rialzista che potrebbe accentuarsi e costringerla a più ampi acquisti.
Il governatore Haruhiko Kuroda ha rincarato la dose affermando esplicitamente che, anche se i tassi Usa si alzano (sulla scia di attese di maggiore inflazione e crescita economica in Usa con la presidenza Trump), non necessariamente la BoJ deve accettare una tendenza analoga per le obbligazioni giapponesi.
L’effetto collaterale è quello di favorire un trend di indebolimento dello yen sul dollaro parallelo alla crescente divergenza dei tassi tra i due Paesi, il che dovrebbe tra l’altro supportare un desiderato incremento delle oggi debolissime spinte inflazionistiche in Giappone.