la Repubblica, 18 novembre 2016
L’amaca di Michele Serra
MERITA l’applauso dei fautori del mondialismo e del meticciato il leghista siciliano (?) che si è tinto i capelli di biondo per inneggiare alla vittoria di Trump. Il suo breve video postato su Facebook, oltre a essere un piccolo capolavoro di body-art, è un vero e proprio monito contro chi si ostina a erigere muri e ad abbaiare contro la globalizzazione. Si vede un robusto italiano di mezza età in camicia nera che comizia contro “comunisti e sinistroidi”, e fin qui siamo a una delle maschere classiche della tradizione strapaesana nazionale; ma è anche leghista, dunque lumbard ad honorem, generosamente superiore, lui catanese, ai cori di “Forza Etna” che innervarono le gagliarde origini del movimento; e valicato lo Stretto cosa volete che sia valicare l’Oceano, facendosi biondo come gli americani (non ci si formalizzi, per favore, sull’errore di tintura: Trump è rosso biscardiano, lui platinato come Marilyn). È fortemente local grazie allo spiccato accento catanese, ma splendidamente global perché non marcia su Roma, marcia su Washington. E se il video non fosse così malauguratamente corto potremmo poi vederlo putiniano, con il colbacco in testa, e lepenista, mentre rastrella le banlieue, e poi ancora, con la tintura rinnovata, sceriffo in qualche contea del Middle West (ma deve mettere qualche chilo in più). L’uomo forte è uomo forte dappertutto. E poi ci vengono a parlare di radici e di identità.