La Stampa, 18 novembre 2016
«In Russia si guarda ai 5 Stelle perché possono governare»
Sergej Komarov-Apostol è seduto al ristorante georgiano DzhonDzholi in una traversa della centralissima via Tverskaya. Per stile e capelli rasati attorno alle tempie sembra un Limonov più pacato, meno incendiario. Sergej è il direttore dell’agenzia giornalistica russa New Day News e mostra a tal punto interesse per l’Italia da aver aperto una sede a Roma, con un sito in russo e in italiano. Martedì era all’incontro dei 5 Stelle organizzato dal comitato del No al referendum di Mosca. Ha una curiosità avida di notizie sulla politica ai tempi di Matteo Renzi, ma dà anche un’interpretazione dei legami tra i partiti italiani e Vladimir Putin visti da Mosca. Dopo la vittoria di Donald Trump, tutti sembrano accorrere alla sua corte, 5 Stelle, Lega, Forza Italia…«State attenti a dare per scontato il sostegno di Putin – avverte -. In realtà, siamo in una fase di attesa e di analisi degli interlocutori. Per Putin sono come dei cavalli ai blocchi di partenza. Dipende chi riuscirà a soddisfare meglio gli interessi della Russia».
In questo senso la Lega Nord di Matteo Salvini, fino a poco tempo fa, sembrava aver vinto la medaglia del migliore amico italiano. Alle manifestazioni di piazza dei leghisti a Roma sono apparse le bandiere degli indipendentisti del Donbass, della Crimea, magliette con la faccia di Putin. Sergej conferma: «Da Mosca si guardava con favore alla Lega perché Salvini ha sempre mostrato un grande fervore per Putin, considerandolo il leader mondiale in chiave anti-europea». Ora è un po’ meno così perché sulla scena russa si guarda con curiosità ai 5 Stelle. «Fino a poco tempo fa – racconta – qui a Mosca non sapevamo neanche chi fossero. Adesso il M5S può andare realisticamente al governo e può incidere molto sulle politiche dell’Ue. Questo interessa alla Russia: sentire i 5 Stelle insistere contro le sanzioni e sulla ridefinizione del ruolo italiano nella Nato». Anche se, continua Sergej, non è tanto Beppe Grillo a interessare: «Grillo da noi non conta nulla, sono più noti Adriano Celentano e Ornella Muti. I politici russi e il Cremlino guardano ai giovani leader del M5S, che fanno opposizione a Renzi e possono andare al governo». Su Renzi invece sembra ci sia totale sfiducia, al punto che molti media legati al Cremlino hanno attaccato il premier italiano, anche con qualche strafalcione. Sergej non si avventura in un’analisi sulla copertura mediatica ma conferma che «Renzi è considerato inaffidabile. La decisione, un mese fa, di inviare un contingente di militari italiani in Lettonia, ai confini con la Russia è stato considerato uno sgarbo dal Cremlino. E – aggiunge – mi sembra che siano stati proprio i 5 Stelle ad opporsi e a mostrare solidarietà alla Russia, definendola “un partner essenziale, non un nemico”».
Che poi il governo russo abbia tutto questo interesse verso l’Italia, per Sergej è spiegato da un paio di motivi: «L’Italia e il popolo italiano sono tradizionalmente amati dai russi. E poi ovviamente contano gli affari. Il gas, soprattutto. E l’Italia è ancora molto legata alla Russia per l’energia».