Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 18 Venerdì calendario

De Luca choc su Bindi. E il Pd lo isola

ROMA La puntata di Matrix dedicata ai campioni del «politicamente scorretto» ha prodotto una stizzita affermazione che ha gettato nello sgomento l’intero Pd. A parlare, con le labbra serrate e ben inquadrate dalla telecamera, il dem Vincenzo De Luca, governatore della Campania: «Quello che fece la Bindi (inserendo, come presidente della commissione Antimafia, De Luca tra gli impresentabili, alla vigilia delle elezioni regionali 2015, per un procedimento allora in corso, relativo a un parco marino, ndr ) è stata una cosa infame, da ucciderla... Ci abbiamo rimesso l’1,5%, il 2% dei voti. Atti di delinquenza politica e non c’entra la moralità, era tutto un attacco al governo Renzi». Così – con il governatore di una regione infestata dalla camorra che dà dell’«infame, da uccidere» alla presidente dem dell’Antimafia – il Pd ora si ritrova con un altro problema in casa.
Rosy Bindi, incassati attestati di amicizia da tutte le forze politiche, replica con 14 parole in un tweet: «Grazie a tutti e a tutte per la vostra solidarietà. Mi ha fatto bene». E in serata, al Tg1, arriva Matteo Renzi: le parole del governatore sono «totalmente inaccettabili, solidarietà piena a Rosy Bindi».
I fatti. Mercoledì scorso il giornalista di Canale 5 Pietro Suber intervista De Luca in Regione. In piedi, appoggiato a un grande tavolo, il governatore gongola davanti a un video di Sgarbi che esulta per il trionfo di Donald Trump. Il cronista, dopo le risate, chiosa: «Lei sta a Trump come Rosy Bindi sta alla Clinton...». E lì parte la contraerea di De Luca contro la sua nemica che non gli fece sconti sugli «impresentabili». De Luca era nell’elenco stilato in base al codice etico dell’Antimafia, ma poi, il 29 settembre scorso, è stato assolto nel processo in questione perché «il fatto non sussiste».
Matrix, condotto da Nicola Porro, è andato in onda a mezzanotte ma il caso scoppia nel corso della giornata di ieri, quando la redazione rilancia il video dell’intervista (montato) a agenzie e edizioni on line. Ai piani alti del Pd si capisce al volo che la grana è grossa, tant’è che si muovono i vicesegretari Serracchiani e Guerini, il presidente Orfini, i capigruppo Zanda e Rosato, il capogruppo in Antimafia Mirabelli. De Luca prova a metterci una toppa. Che è peggio del buco: «Ci troviamo di fronte all’ennesimo atto di delinquenza giornalistica... Al termine dell’intervista... il giornalista ha tirato fuori il suo tablet chiedendomi, mentre gli operatori smontavano i cavalletti, se poteva mostrarmi quanto affermato da Sgarbi... Verificheremo con l’ufficio legale gli estremi della querela per violazione della privacy e violenza privata». Comunque, ha aggiunto, «rispetto la Bindi, con lei nessun problema».
Mentre il governatore dettava queste parole si facevano sentire i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso («De Luca smetta di imitare Crozza e si scusi»), Roberto Saviano. E la Federazione nazionale della stampa: «Anziché vergognarsi e chiedere scusa, De Luca minaccia querele». E arriva la replica di Suber: «Il video dimostra che le dichiarazioni sono state rese autonomamente dall’intervistato e non sono state estorte in alcun modo». Nel governo, tra tante ministre pd, è toccato a Angelino Alfano (Ap), difendere Bindi: «Certe parole non devono scappare nemmeno nei fuori onda. Il presidente De Luca si scusi». La chiosa del giorno è del dem Lo Giudice: «Le parole di De Luca rischiano di uccidere davvero. Il Pd».