ItaliaOggi, 15 novembre 2016
Stato che vai, limiti che trovi. Ci sono norme più severe negli stati con più sparatorie
New York Un effetto salutare dello shock globale causato dalla vittoria di Donald Trump potrebbe essere quello di indurre noi europei a guardare più attentamente a quello che succede negli Usa, rendendoci conto degli stereotipi assorbiti e della scarsa oggettività dimostrata in molti casi dai grandi media del vecchio continente e, in particolare, di quelli italiani.Ad esempio, un tema americano che rimane particolarmente incomprensibile all’Europa che si affida alla Cnn e legge solo il New York Times o il Washington Post è quello del diritto a portare le armi. Questo diritto viene percepito dalla nostra sponda dell’Atlantico come il diritto di sparacchiare a caso, rendendo facili le famose stragi che hanno suscitato orrore in tutto il mondo.
In realtà, negli Stati Uniti le leggi sul possesso di armi sono molte e di tanti livelli: c’è una legge federale che va osservata da tutti, ci sono leggi locali che variano da uno stato all’altro e, al di sopra di tutte queste, c’è il diritto di portare le armi («the right to bear arms») iscritto nella Costituzione stessa degli Stati Uniti, è il secondo articolo del Bill of Rights, dove l’arma legale è vista non come strumento di aggressione ma come cruciale strumento di difesa. Dunque, non una roba da film di John Wayne, ma un principio che sta al cuore della loro cultura di fiero individualismo; principio che deriva dalla storia della lotta per l’indipendenza delle colonie americane.
Fatto sconosciuto ai più è che la normativa più severa del paese è in vigore proprio nei luoghi più segnati dalla violenza da arma da fuoco, come ad esempio Chicago, la città di Obama, e negli stati dove si sono verificate delle stragi; segno evidente, dicono i difensori del diritto, che la legge blocca solo gli onesti, mentre chi delinque si procura comunque le armi, infischiandosene delle norme di diritto. Le elezioni di martedì scorso hanno riportato l’attenzione sull’argomento soprattutto dopo le affermazioni di Trump sui brogli elettorali insiti nel sistema. Si è temuto cioè che i suoi sostenitori si sarebbero recati ai seggi sentendosi degli sceriffi armati di pistola.
Ciò è permesso? Dipende. In alcuni stati è esplicitamente proibito recarsi a votare con indosso delle armi, e fra questi anche stati come il Texas e la Georgia dove le leggi altrimenti sono molto poco restrittive. In altri stati il divieto è indiretto, e riguarda determinati luoghi pubblici, come le scuole (Illinois e Virginia) o i luoghi di culto e gli edifici statali (Ohio), dove fra le tante attività possono essere allestiti anche i seggi.
Comprensibilmente, dopo ogni orrore perpetrato con armi da fuoco ripartono le iniziative volte a restringere o addirittura abolire il diritto di portare le armi. Ad esempio, nel 2012 la sparatoria alla scuola elementare di Sandy Hook, nel Connecticut, spinse diversi stati e città ad approvare delle normative più severe, nonostante che il Connecticut fosse già uno degli stati dalle leggi più restrittive. In risposta però, i legislatori di altri stati approvarono invece delle norme per rafforzare le leggi dette «Stand Your Ground» («rimani fermo sulle tue posizioni»): un tipo di leggi approvate per la prima volta in Florida, nel 2005, che permettono a chi è minacciato di sparare senza indietreggiare, di fronte a una minaccia alla propria incolumità. Questa legittima difesa fulminea era già permessa in casa propria, ma il provvedimento estende il diritto anche alla maggior parte dei luoghi pubblici. Tale norma è stata variamente contestata, specie negli ultimi due anni, dopo gli omicidi colposi avvenuti per mano di agenti di polizia, dove la vittima era una persona di colore.
L’argomento rimane sempre alla ribalta ed è stato oggetto di referendum anche nelle elezioni di martedì scorso: in California, dove già vigono leggi fra le più restrittive d’America, gli elettori hanno approvato una norma che vieta il possesso di caricatori di grandi dimensioni, richiede un permesso per poter acquistare le munizioni ed espande i casi in cui le autorità possono requisire delle armi da fuoco anche acquistate legalmente; nello stato di Washington è passata una norma che permetterà ai magistrati di confiscare temporaneamente le armi di individui considerati pericolosi; infine una proposta, sponsorizzata a suon di milioni dall’ex sindaco di New York Michael Bloomberg, per imporre controlli su chiunque acquisti o trasferisca delle armi, in Nevada è passata ma nel Maine è stata bocciata.