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 2016  novembre 15 Martedì calendario

L’amaca di Michele Serra

SE È VERO che alla rivoluzione tecnologica è addebitabile la più grande contrazione di posti di lavoro nella storia del capitalismo a fronte di colossali profitti e della più grande elusione fiscale di tutti i tempi; allora perché le nuove sinistre dem, blairiste clintoniane eccetera, flirtano con Silicon Valley e trascurano di occuparsi della catastrofe della struttura manifatturiera dei loro paesi? Non si accorgono che sarà questo abbaglio strategico a decretare la loro fine (e l’ascesa dei vari Trump e vice Trump), compresa quella di Matteo Renzi e del “leopoldismo”? 
È la domanda che si fa Massimo Mucchetti, senatore del Pd, su Huffington Post (leggete il suo intervento, ben più articolato di questa mia breve sintesi). Ed è un’ottima domanda. Ma la risposta è pesantemente condizionata dal travolgente appeal dei “tempi nuovi”, dalle magliette di Zuckerberg (quarto uomo più ricco del mondo), dalle orazioni di Steve Jobs e dallo scafato cosmopolitismo dei millennials che inventano start up ad alto rendimento (e quasi zero occupazione) che stanno agli operai disoccupati di Ken Loach come il laser sta alla clava. Direbbe il vecchio Marx che la sovrastruttura, di questi tempi, è così seducente e così veloce da averci fatto perdere di vista quasi del tutto la struttura: ovvero chi dà lavoro a chi, chi mangia che cosa, e con quali soldi. Una cosa di sinistra? Riuscire a far pagare le tasse a Facebook e Google e tutto l’ambaradan siliceo. Se poi ci riesce Merkel, è di sinistra lo stesso.