Corriere della Sera, 15 novembre 2016
I meteorologi: «Il 2016 è l’anno più caldo della storia»
MARRAKECH Manca ancora qualche settimana a Capodanno, ma gli scienziati ne hanno già la certezza: il 2016 sarà l’anno più caldo della storia, o almeno da quando l’uomo ha iniziato a misurare la «febbre» del pianeta. La temperatura media della superficie terrestre è superiore di 1,2° a quella del periodo preindustriale, e tutto lascia presagire che il trend non cambierà. A confermarlo arrivano le immagini scattate dalla Nasa sull’Antartide, che testimoniano il «declino irreversibile» dei ghiacciai nell’estremo sud del mondo.
È stata l’Organizzazione meteorologica mondiale a dare i numeri del surriscaldamento, in margine al vertice Onu sul clima che da oggi entra nel vivo con l’arrivo dei capi di Stato e di governo in Marocco. Da gennaio a ottobre la superficie terrestre ha superato di 0,88° le temperature medie del periodo di riferimento – 14°, tra il 1961 e il 1990 – e di circa 1,2° quelle preindustriali, polverizzando il record dell’anno scorso (+0,77°). Per chi ama le hit parade, i primi sedici anni di questo secolo sono stati i più caldi della storia scientifica, con l’aggiunta del 1998.
Al vertice di Marrakech si respira sabbia e inquietudine. La prima arriva dal deserto che circonda la città e avanza verso nord, la seconda dal trionfo del «negazionista» Trump in Usa. L’unica certezza sono i numeri dell’emergenza climatica, che neppure il magnate americano può cambiare. Mentre i negoziatori si arrovellano su come realizzare gli impegni dell’Accordo di Parigi, le misurazioni scientifiche dimostrano che l’ambizioso limite di +1,5° è quasi raggiunto, benché le emissioni di CO2 siano da tre anni stabili.
Il surriscaldamento è in buon parte dovuto alla corrente di El Niño, particolarmente potente tra il 2015 e il 2016. «In alcune zone della Russia artica le temperature hanno superato di 6-7°C le medie di lungo periodo – ha osservato il segretario esecutivo della Wmo, Petteri Taalas —. Noi siamo abituati a misurare le differenze in frazioni di grado, ora tutto è diverso».
La febbre non colpisce soltanto le estremità del pianeta. Oltre il 90% dell’emisfero settentrionale, fuori dai Tropici, ha superato di almeno un grado la media del periodo di riferimento. A catena, sono da record tutte le variabili climatiche, dal disgelo del Mar Artico all’innalzamento degli oceani. Il presidente della Banca mondiale, Jim Yong Kim, ha presentato il conto: 26 milioni di nuovi poveri ogni anno, con un costo di 520 miliardi di dollari.