Corriere della Sera, 15 novembre 2016
La luna ha ispirato poeti, scrittori e cantautori. Ieri la più grande degli ultimi 68 anni
La Luna piena nello stesso giorno del perigeo – cioè nello stesso giorno in cui si verifica la sua massima vicinanza con la Terra – produce una Super Luna, la più grande degli ultimi 68 anni. Alzi la mano chi lo sapeva prima di ieri. L’universo apparecchia di queste sorprese imprevedibili ai più, e a noi non è restato che affacciarci al balcone di casa e ammirarla a bocca aperta, con il rischio di ingoiarla. Se Leopardi l’avesse vista dal suo colle dell’Infinito chissà che capolavoro ne avrebbe scritto. O forse no. In realtà Giacomo non ebbe bisogno di una palla gigante per lasciarsi invadere (con angoscia, ovvio) dal chiarore della «graziosa luna» che pendeva sul buio della selva recanatese. Fatto sta che, piena o no, è talmente affascinante che la poesia italiana si inaugura nel suo nome, con l’inno creaturale di Francesco d’Assisi a «sora luna». Ma ieri, più che sorella ci è apparsa davanti agli occhi come il volto ciccione di una zia placida e gioconda, quasi a volersi beffare, con la sua super taglia XXL, del nostro instancabile volere la luna senza accontentarcene mai: una specie di Nutellona morettiana vicina sì ma non abbastanza da potervi affondare l’indice. Luna «allusiva» (copyright Ungaretti), luna di miele in senso proprio, «luna di marmellata» (Paolo Conte). Ma che lunatica luna, se stasera dovremo sussurrare con Dante: «Già iernotte fu la luna tonda».