Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  novembre 15 Martedì calendario

Gli italiani si sposano di più

ROMA C’è una novità, inattesa: in Italia sono in aumento i matrimoni. Quelli civili, crescono più di tutti e arrivano (quasi) ad eguagliare i matrimoni religiosi diventando così il 45,3 per cento del totale. Ma anche quelli religiosi tengono il passo e, in totale, le celebrazioni in Italia fanno segnare un aumento di 4 mila e 600 nel 2015 rispetto al 2014. In assoluto alla fine sono state 194 mila 377.
Una cifra davvero insperata. Un’inversione di tendenza che ha lasciato perplessi anche i ricercatori del nostro istituto di statistica. Per capire: dall’Istat segnalano che dal 2008 al 2014 i matrimoni erano sempre diminuiti e lo avevano fatto ad un ritmo di circa 850 al mese (ovvero un totale di diecimila l’anno).
E il trend per quest’anno sembra non soltanto confermarsi ma addirittura aumentare: infatti sempre secondo l’Istat – che tiene tutti i conti del nostro vivere quotidiano – nei primi sei mesi del 2016 ci sono stati già 3 mila 645 celebrazioni in più rispetto al 2015, cosa che fa pensare che la voglia di fiori di arancio sia più di una semplice moda effimera.
Non inganni che in parallelo si è verificato anche il boom dei divorzi (oltre 82 mila con un aumento del 57 per cento dal 2014): quello è per via dell’effetto della legge sul cosidetto divorzio «breve», quella che ha accorciato di molto l’attesa tra la separazione e la possibilità di divorziare. Più veritiero è il dato sulle separazioni che, infatti, sono aumentate del 2,7 per cento (91 mila 706).
La voglia di nozze non è distribuita in modo uniforme: è il Piemonte a guidare la classifica regionale dei matrimoni (+8,1 per cento), seguita dalla Sicilia (+6,1 per cento) che poi è anche una tra le regioni con il più basso tasso di separazioni (15,4 per cento) seconda soltanto alla Sardegna (15,2 per cento) e molto inferiore alla media nazionale che è di 19,3 per cento.
Chi proprio non vuole saperne di dire sì davanti all’altare o in municipio sono invece gli abitanti di Molise, Puglia e Umbria: in queste tre regioni i matrimoni nel 2015 e nel 2016 stanno continuando inesorabilmente a diminuire. Ma non intaccano la media nazionale.
E per quest’anno nella media nazionale c’è un’altra novità: per la prima volta dal 2008 diminuiscono anche le nozze «miste», ovvero quelle dove uno dei due sposi è straniero (in calo di 200 unità) e aumentano invece le celebrazioni tra sposi tutti e due di cittadinanza italiana (circa 2 mila in più)
Parliamo di matrimoni e parliamo di primi matrimoni e precisiamo: l’Istat segnala che si arriva in media dopo i trent’anni a mettersi la fede al dito. Per la precisione: a 32 anni, in media, le donne, a 35 anni gli uomini. Ma poi si torna a voler giurare amore eterno pure dopo un divorzio, anche se doloroso. Sempre più spesso.
Anche per le seconde nozze si segnala infatti un aumento di celebrazioni: più 3 mila nel 2015 rispetto al 2014, per un totale di quasi 34 mila. Che tradotto in percentuali equivale a quasi 10 punti in più.