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 2016  novembre 14 Lunedì calendario

L’intelligenza è una cosa bestiale

Provate a mettervi nei panni di un pipistrello, un polipo, uno scoiattolo, un pappagallo, un delfino, una cornacchia, un elefante, un gorilla, un maiale o semplicemente un cane o un gatto e vedrete che bisogna essere intelligenti per sopravvivere. L’intelligenza negli animali, anche nell’animale uomo, è la scoperta di soluzioni complesse alla necessità di difendersi e procurarsi cibo. Un processo adattativo nel quale l’Homo sapiens non sempre ha il primato: lo scimpanzé è più precoce di un bambino nell’apprendere certe abilità. Scrive l’etologo olandese Frans de Waal nel saggio ora in libreria Siamo così intelligenti da capire l’intelligenza degli animali? (Raffaele Cortina editore) che noi umani sottovalutiamo l’intelligenza degli animali perché neghiamo loro «capacità che diamo per scontate in noi stessi».
PIETRE E NOCI
Un esempio? Il volo degli uccelli, che non è solo istintivo. E poi: chi ha detto che gli animali sono «intrappolati nel presente e soltanto gli esseri umani possono prendere in considerazione il futuro?». De Waal cita Lisala, un bonobo femmina osservata trasportare sul dorso una grossa pietra col piccolo aggrappato alla schiena. Dieci minuti di cammino nella foresta, qualche noce raccolta lungo il tragitto, infine il traguardo: una grande lastra di roccia. Mamma scimmia schiera le noci, poi afferra la pietra e schiaccia i gusci sulla roccia. «Aveva raccolto un utensile da usare in un luogo ancora lontano, per procurarsi del cibo che poteva solo avere immaginato». Aveva pianificato il futuro.
È l’antropocentrismo, per De Waal, a renderci stupidi di fronte all’intelligenza animale. «Siamo molto antropocentrici», conferma Enrico Alleva, etologo autore de La Mente animale (Einaudi). L’animale che lo impressiona di più è il cane. «Trovo affascinante il modo in cui la sua mente si è plasmata su quella umana. E mi colpisce che animali così diversi dai vertebrati come le seppie abbiano una mente tanto complessa». Gli animali possono avere cognizione del futuro e della morte? «Il problema è l’auto-consapevolezza. Gli animali conoscono il futuro perché vivono di esperienze: il futuro per loro è figlio del passato. Un falchetto su un tetto di Roma trova il punto in cui dormono i pipistrelli e continuerà a cercarli per acchiapparli quando escono da sotto le tegole».
ALLO SPECCHIO
L’idea di futuro come finitezza della vita è «argomento interessantissimo», dice Alleva, indagato negli esperimenti sulle «reazioni degli scimpanzé e delle scimmie superiori davanti allo specchio». Danilo Mainardi, etologo di fama intervistato da Linkiesta, ammette di restare senza parole davanti a uno scimpanzé per la prima volta allo specchio: «Apre la bocca, guarda e si tocca i denti, alza un braccio e poi l’altro in una sequenza commovente». De Waal cita Happy, elefantessa asiatica che riconosce la croce bianca che ha sopra un occhio: «Si frega ripetutamente il segno stando davanti allo specchio».
Il pappagallo Alex, cenerino africano allevato dalla psicologa Irene Pepperberg, riusciva a etichettare oggetti, un’abilità linguistica. Certe capacità i primati le «raggiungono prima dei bambini spiega Alleva anzi i bambini le perdono da adulti, come la memoria spaziale rispetto a eventi molto rapidi». Lo scimpanzé batte più velocemente di un uomo i tasti che memorizza. «Pappagalli e corvidi, i più sapienti tra gli uccelli, hanno costumi complessi: mangiano cibi diversissimi, sono molto sociali, e bravi nei riconoscimenti individuali e nelle alleanze». I cuccioli di uomo imparano in 12 mesi a camminare (i primati in tre) così come a percepire la permanenza degli oggetti (le scimmie antropomorfe in dieci).
Niente esclusiva umana sull’empatia. De Waal ricorda che nel 54 furono visti due delfini sostenere fuor d’acqua un loro compagno colpito dallo scoppio di un candelotto di dinamite, permettendogli così di respirare seppure stordito. Il professor Alleva ricorda il cocker che ha vegliato la bara del padrone ucciso dal terremoto a Pescara del Tronto. «Il senso del lutto è probabile lo abbiano per esempio elefanti e cani». Ricordate? Paul Auster fa parlare in Timbuctù Mr. Bones, il cane che deve fronteggiare la morte dell’amato clochard suo padrone.
AL CINEMA
Ed è in questi giorni nelle sale A spasso con Bob, film sul rosso micio che salva la vita al senzacasa James Bowen e ottiene un abbonamento dalla Metropolitana di Londra. Una storia vera. Intelligente è la cornacchia di De Waal che pare ispirarsi alla favola di Esopo sul corvo e l’anfora: butta sassolini in un tubo d’acqua per alzarne il livello e raggiungere col becco una larva che ci galleggia. Per Thomas Suddendorf, psicologo sostenitore dell’unicità umana, «non ci sono prove evidenti che gli animali abbiano mai raggiunto un accordo sul piano quinquennale». «È vero», ribatte De Waal. «Ma quanti esseri umani l’hanno mai fatto?».