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 2016  novembre 13 Domenica calendario

Uomo-cavallo: due cuori, un solo battito

Probabilmente, la conferma scientifica per chi va a cavallo non era necessaria. Adesso, però, un gruppo di etologi e ingegneri dell’Università di Pisa ha pubblicato sulle riviste internazionali PlosOne, Electronics e Proceedings of Engineering in Medicine and Biology Society i risultati di uno studio che certifica come,  quando esseri umani ed equini interagiscono, i loro cuori si sincronizzano: come se battessero all’unisono. E immaginiamo il sorriso di quanti, dentro di loro, hanno sempre saputo che il legame con il loro amico a quattrozampe (cavallo, ma anche solo cane o gatto) fosse profondo e al di là dello spiegabile. Due cuori che battono, due anime che si toccano:  (...) letteratura, musica, cinema, favole dicevano il vero, e chiunque credeva di avere la lacrima facile adesso sa perché. 
Una ricerca dunque che nobilita ancora di più questo animale, da molti ritenuto solamente un abile esecutore, ma che è stato fondamentale nella storia dell’uomo, dalle guerre ai trasporti, e che ci apre gli occhi su come il cavallo, in ogni impresa, abbia probabilmente riversato un coinvolgimento sentimentale e di empatia fino ad oggi sottostimato dai più. 
LA RICERCA 
Ieri a Fieracavalli, la grande kermesse scaligera del mondo equestre giunta alla 118esima edizione, i ricercatori italiani hanno esposto con emozione le loro conclusioni. «Quello che abbiamo realizzato spiega il dottor Paolo Baragli, ricercatore del dipartimento di Veterinaria dell’Università di Pisa, responsabile del progetto, appassionato di cavalli e autore di alcuni libri proprio sul mondo equino è un’iniziativa pionieristica che apre importanti prospettive nella comprensione del legame emozionale fra cavallo e uomini, alla luce delle attuali conoscenze sull’empatia degli animali e delle tecnologie di bioingegneria oggi disponibili. Sembra che durante la relazione accada qualcosa nell’organismo dovuto proprio alla qualità del rapporto e che questo “qualcosa” sia misurabile». 
La ricerca ha analizzato tre differenti situazioni: quando fra cavallo e uomo non c’era alcuna interazione, quando c’era una interazione olfattiva e visiva (con l’uomo seduto e il cavallo libero di annusarlo) e, infine, nel caso di contatto fisico (con l’uomo che spazzola il cavallo), utilizzando speciali tessuti sensorizzati indossati dall’animale e dal suo “padrone”: una fascia toracica per l’equino e una maglietta per il soggetto umano. 
La tesi dello studio è stata considerare la variabilità delle attività cardiache dei due soggetti (uomo e cavallo) come fossero “sistemi complessi” e andare a vedere come questi si comportano ed evolvono quando cambia sia il tipo sia la durata dell’interazione: «Ognuno di questi tre differenti momenti spiega Elisabetta Palaci, etologa dell’Università di Pisa, affiancata nel progetto oltre che da Baraglie anche dai bioingegneri Enzo Pasquale Scilingo e Antonio Lanatà del Centro di Ricerca “E. Piaggio” si caratterizza per una sincronizzazione significativamente diversa, tanto che siamo stati in grado di riconoscere i tre tipi di relazione in modo automatico e con un’accuratezza superiore al 70%». Insomma, la connessione c’è e si vede. 
«Dal punto di vista etologico si tratta di un importante spunto di ricerca che riguarda le emozioni condivise tra soggetti appartenenti a specie diverse, soprattutto quando queste coinvolgono uomini e animali domestici fra cui appunto il cavallo, animale che ha segnato e continua a segnare la storia della vita dell’uomo», prosegue Palagi, «comprenderlo significa non solo essere più consapevoli per quanto riguarda la sua gestione, ma soprattutto arrivare anche a capire noi stessi nel momento in cui ci relazioniamo con lui». 
IPPOTERAPIA E SPORT 
Uno studio che, per quanto sia soltanto nelle prime fasi, apre importanti scenari applicativi sia per la preziosissima ippoterapia sia in ambito sportivo, tant’è vero che a Pisa hanno già preparato un tessuto sensorizzato da mettere sotto la sella per registrare l’elettrocardiogramma dell’animale quando è montato: «Sarebbe splendido», esclama Baragli, «se si potesse studiare le “risposte” dei cuori di cavalieri e cavalli in gara. E magari scoprire che nelle performance vincenti i due cuori battono all’unisono». 
In fondo, sarebbe solo la conferma alle grandi storie di amore fra uomo e cavallo ad esempio Bucefalo ed Alessandro Magno dove i protagonisti sentono di essere legati da un filo invisibile ma indistruttibile. Un filo che parte dal cuore.