la Repubblica, 13 novembre 2016
Bentornato dirigibile
Volare a velocità supersonica o fluttuare sopra i grattacieli di Manhattan mentre si cena a lume di candela. Attraversare la città su un bus mangia traffico, che ci porta al lavoro in metà tempo, o godersi una gita nello spazio. In quindici, al massimo venti anni, sarà possibile. Non esisteranno più le lunghe distanze, né in cielo né in terra. Basteranno tre o quattro ore per trovarsi all’altro capo del mondo. E non si tratta solo del sogno di milioni di viaggiatori, vacanzieri e pendolari frustrati. La tecnologia per rivoluzionare lo spostamento di persone e merci è già qui. Deve solo essere testata e raffinata. La Gran Bretagna, e l’Europa in generale, sono all’avanguardia. E silenziosamente stanno costruendo i velivoli di nuova generazione. Nella tranquilla campagna dell’Oxfordshire la Reactions Engines la rivoluzione l’ha già iniziata mettendo a punto Sabre (Synergistic air-breathing rocket engine), una nuova classe di motore in grado di volare sia nello spazio che nell’atmosfera terrestre. Il governo inglese ha investito sulla piccola compagnia settanta milioni di euro e altri dieci li ha aggiunti l’Esa, l’Agenzia spaziale europea. L’aereo che verrà, chiamato Skylon, sarà in grado di lanciare satelliti e passeggeri nello spazio. Oppure di trasportare centinaia di persone da Bruxelles a Sydney in quattro ore, a seimila chilometri all’ora, cinque volte la velocità del suono (nella sua versione civile, il Lapcat).
«I velivoli con motore Sabre potranno andare in orbita ma non saranno razzi, saranno aerei e avranno la stessa affidabilità degli aerei passeggeri di oggi. Perché i razzi sono costosi ma soprattutto poco sicuri. Il 2 per cento dei lanci finisce male», assicura Mark Thomas, amministratore delegato della Reactions Engines. «Entro il 2020 condurremo i test sul nostro motore. In un paio di decenni potremo vedere il primo volo passeggeri a Mach 5, ovvero a velocità supersonica». Ma a che costo? Secondo Thomas per un biglietto da Superman si pagherà come per un viaggio transatlantico di oggi in prima classe.
La corsa al supersonico è partita da tempo. Richard Branson della Virgin ha annunciato la partnership con Boom, che sta costruendo in Colorado un prototipo di jet in grado di volare da Londra a New York in tre ore e mezzo. Sarà una sorta di Ryanair del volo superveloce: un posto in economy costerà 4.500 euro. Altre compagnie, Boeing e Lockheed Martin, stanno lavorando su progetti simili.
«Siamo a un bivio cruciale. Nei prossimi anni il trasporto di massa subirà grandi cambiamenti, con velivoli sempre più prestanti e in grado di trasportare un maggior carico pagante», conferma Michele Buonsanti, pilota civile, docente e direttore del Maal, Laboratorio di micromeccanica e materiali per le tecnologie aeronautiche dell’università di Reggio Calabria. «Ormai da anni si studia come volare al di fuori delle quote attuali per raggiungere tra i trenta e i centoventi chilometri di altezza (oggi si vola a dieci-quindici chilometri). A questa quota non si incontra quasi più resistenza, pertanto si può superare la velocità del suono anche quattro o cinque volte. L’agenzia spaziale italiana sta lavorando a un progetto simile e altre organizzazioni industriali del Paese hanno messo a punto dei prototipi che vanno in questa direzione. I problemi? Sviluppare nuovi motori e materiali in grado di avere prestazioni termomeccaniche adeguate, visto che a quell’altitudine la temperatura può superare i 1.200 gradi. Ma la ricerca è avviata bene. Tra quindici, venti anni si inizieranno a vedere i primi prototipi a velocità supersonica», è convinto Buonsanti.
C’è chi, invece, va nella direzione opposta. Airlander è il velivolo più grande al mondo. La sua enorme pancia, riempita di elio inerte, è adagiata in un hangar in Bedfordshire, Inghilterra. Dopo il successo del volo inaugurale, il 24 agosto ha avuto problemi durante l’atterraggio, la cabina di pilotaggio nell’urto ha subìto danni ma i due piloti ne sono usciti indenni. Un piccolo incidente, che secondo gli esperti non compromette la validità del progetto ma deve mettere in guardia sul fronte sicurezza.
Airlander è una via di mezzo tra un aereo, un elicottero e un dirigibile e al massimo può raggiungere centocinquanta chilometri orari. I vantaggi? Inquina pochissimo, può stare in quota cinque giorni consecutivi, fluttuare, rimanere sospeso in volo e decollare e atterrare su qualunque superficie.
«Può essere impiegato per la sorveglianza militare o civile, per esempio monitorare il flusso di migranti nel Mediterraneo. Oppure per esplorare siti petroliferi o trasportare materiale, fino a dieci tonnellate, in un territorio remoto. Oppure avere un impiego molto più glamour: offrire voli notturni con cena a lume di candela per ammirare Roma o Venezia dall’alto», spiega Chris Daniels della Hybrid air vehicles, la compagnia che ha costruito l’Airlander anche grazie a due campagne di crowdfunding di enorme successo.
Ma anche chi non ama stare sulle nuvole avrà le sue opportunità. Dall’Hyperloop, il treno supersonico che sfreccia a 1.200 chilometri orari dentro un tubo- tunnel (potrebbe partire già tra tre anni), al cosiddetto straddling bus, il bus mangia traffico. Il nome ufficiale è Teb (Transit elevated bus), arriva dalla Cina, viaggia su rotaie e la sua forma a U rovesciata permette alle auto di passarvi sotto come se stessero imboccando una galleria mobile. Potrà trasportare un gran numero di persone alla volta (1.200) e sarà alimentato a elettricità ed energia solare, quindi non inquina. Il primo test è stato già effettuato. Un altro sprazzo di futuro che cambierà per sempre il modo con cui esploriamo il mondo.