Corriere della Sera, 13 novembre 2016
La spia che ha sedotto Pitt
LOS ANGELES Alla sua prima apparizione pubblica dopo la separazione da Angelina Jolie, Brad Pitt è apparso totalmente coinvolto dal film che ha anche coprodotto con la sua società: Allied – Un’ombra nascosta diretto da Robert Zemeckis. Al fianco del regista e della sua partner sul set, l’attrice premio Oscar Marion Cotillard (la Édith Piaf in La vie en rose del 2007), Brad ha partecipato alla prima mondiale senza negarsi sul tappeto rosso ad alcun fotografo o fan. Ci pensa Marion a suggerire quello che lui non dice: «Non abbiamo mai pensato che i tanti gossip degli ultimi tempi potessero impedirci di sostenere insieme questo nostro film, che a mio parere ha, tra i tanti, un altro tema per me importante».
Spiega: «I protagonisti, malgrado tutte le ombre soprattutto del mio personaggio, hanno anche un codice d’onore, una sorta di amore, al di là della guerra, per la vita, per la società che li circonda. Come attrice, ho sempre un obiettivo primario. Dare emozioni alla platea e suggerire domande. Che in questo caso sono: quanto possiamo fidarci di chi ci è al fianco; quanto conosciamo veramente il nostro partner, i nostri amici? Ci vuole poco a sbriciolare ciò che noi individui costruiamo. Anche questo racconta Allied ed è, in verità, ciò che tutti noi esseri umani viviamo nel tempo che ci è concesso».
Marion è in attesa del secondo figlio dal suo compagno, il 43enne attore e regista Guillaume Canet. Ha fatto sorridere Brad – con il quale sul set vive una torrida e drammatica storia d’amore nei panni di una spia durante la Seconda guerra mondiale – dicendo: «Quando ero ragazzina non sognavo di essere una principessa come nelle fiabe Disney. Volevo diventare una attrice e conquistare l’Europa e Hollywood. Dunque, questo film, un thriller romantico e anche segnato dalla disperazione, mi ha offerto una grande occasione perché è simile, a mio parere, a capolavori con Greta Garbo o Audrey Hepburn».
Prosegue: «È una storia che affronta i sentimenti, le loro fratture, i tradimenti verso se stessi che si fanno per cementare una unione e ha, poi, un glamour che mi ha affascinata sin dalla prima lettura del copione». Brad dice che il film gli ha dato «con pienezza il piacere e l’impegno come attore di analizzare e suggerire i guasti di ogni conflitto».
Molte sono le sequenze appassionate tra i due attori, che si innamorano a Casablanca e che, poi, andranno a vivere con la figlia nata dalla loro unione a Londra. «Allied – afferma Marion ribadendo la sua amicizia profonda e senza altre implicazioni con Brad – ha un segreto che riguarda la mia identità. Non va svelato. La passione tra la mia Marianne, un membro della Resistenza francese, e Max, un agente dei servizi segreti canadesi e statunitensi, diventa via via travolgente... Non è stato facile in età matura dare vita a momenti di desiderio, ad esempio, in una automobile, mentre a Casablanca c’è una sorta di tempesta, pari a quella che per tutto il film agita la relazione tra i due protagonisti. Mentre sempre più s’insinua il dubbio che io sappia mentire anche all’uomo che amo e sia una realtà una spia tedesca».
Puntualizza con schiettezza Marion: «Spero soltanto che nessuno speculi con illazioni fuorvianti per l’alchimia che c’è, indiscutibilmente, tra i due personaggi del film. La capacità di coinvolgere il pubblico di Max e Marianne e il loro reciproco, diciamo, magnetismo si fermano allo schermo».
Brad ammette di essere entrato nella pelle e nel cuore di Max e che gli sono particolarmente piaciute tutte le riprese della vita della coppia di protagonisti a Londra, nel quartiere di Hampstead: «Il mio interesse per l’architettura ha trovato molti stimoli nelle riprese a Hampstead, popolato durante la guerra da rifugiati dell’Est europeo, etnie di diverse razze e culture e spie in incognito di opposte fazioni. Come produttore partecipo a ogni aspetto della creazione di un film».