Libero, 12 novembre 2016
Intercettazioni rovinate: 47 boss verso l’assoluzione
Dateci dei colpevoli: anche se, tra loro, non ci sarà nessuno dei 47 imputati per camorra che presto saranno assolti perché le intercettazioni che li riguardavano è la notizia sono divenute «inutilizzabili». Dateci dei colpevoli per un processo iniziato una decina di anni fa (...) e ora buttato nel cesso: nonostante l’imputazione fosse per associazione mafiosa e traffico di droga, e nonostante gli imputati fossero appartenenti ai clan Nuvoletta di Marano e Abbinante di Secondigliano.
Parliamo di un’indagine che portò all’arresto di un centinaio di persone (nel 2002, una vita fa) sulla base di intercettazioni che ora appunto non esistono ufficialmente più: fonti di prova importantissime ha spiegato il pm ma non più utilizzabili, perchè ottenute con apparecchature di registrazione absolete, superate. Non sono più trascrivibili, hanno detto. Ovvio che esistono quelle dei vecchi brogliacci, ma per la Legge non rappresentano fonte di prova e i primi a saperlo sono i vari avvocati che ora si fregano le mani: il periodo impiegato per tentare la trascrizione (fallita) ha avvicinato ancora di più la prescrizione dei reati, o comunque un’assoluzione.
Ora: come è possibile? Dateci dei colpevoli, appunto, perché non possiamo credere che un epilogo del genere non fosse prevedibile. I supporti magnetici che contenevano le intercettazioni si sono deteriorati: dunque nessuno sapeva che poteva accadere? Nessuno ora spiega all’opinione pubblica come anni di lavoro e fiumi di denaro sono stati buttati via per colpa ufficialmente di nessuno?
Il Mattino di Napoli ha dato la notizia per primo (complimenti) ma l’ha confinata a pagina 50, trattando l’incidente come se fosse stato un evento atmosferico.
Eppure tra i possibili beneficiari di questa follia si trova anche il killer del giornalista Giancarlo Siani, per dirne uno solo: ma la procura, per bocca del sostituto procuratore Vincenza Marra, ha dovuto chiedere non luoghi a procedere e assoluzioni. E a godere dell’impunità potrebbero anche essere anche i figli e i nipoti di capoclan che a suo tempo si accordarono coi Corleonesi di Totò Riina.
Le sentenze sono attese per il prossimo 27 di gennaio, ma l’esito a questo punto pare scontato: tutti fuori anche gregari, pusher, professionisti e commercianti tranne coloro che erano già dentro per altri reati. Tutti gli altri, per la legge, saranno innocenti. Ecco perché qualcuno deve darci dei colpevoli.
E i candidati sono tanti. Avranno pure dei responsabili, queste intercettazioni deteriorate. Forse dei tecnici che non si sono accorti di nulla. Forse dei contabili, visto quello che le intercettazioni costano e sono costate. Sicuramente dei magistrati, visto che hanno proceduto per lustri sinché gli si è dissolto tra le mani ciò che avevano raccolto a partire dal 1999. O anche dei giudici, vista che ormai la giurisprudenza si appoggia solo sulle intercettazioni come univoche “fonti di prova”, ciò che al massimo viene riscontrato con la parola di qualche pentito: cosicché, sparite le intercettazioni, non rimane nulla. Forse tra i colpevoli potrebbero esserci anche dei giornalisti, vista la minuzia con cui controllano le spese della casta politica: mentre i denari gettati da altre categorie invece passano sotto silenzio, o, bene che vada, a pagina 50 del Mattino di Napoli.
Dal 1999, ovvero da quand’è partita l’inchiesta, centinaia di persone hanno lavorato, si sono sbattute, altre sono finite in galera, qualcuna magari è pure morta, sono stati spesi soldi pubblici, un sacco di gente principalmente magistrati hanno dedicato gli ultimi sedici anni di vita al nulla più totale: perché non c’è niente di fisiologico, in una fine così misera.
Si chiama fallimento e basta. Dunque dateci dei colpevoli, o almeno diteci qualcosa. Per favore, Anzi, per dovere.