La Stampa, 12 novembre 2016
«Dammi un filmino hard e ti darò una lode». Il caso del prof. di Giurisprudenza di Torino arrestato perché ricattava le sue studentesse
«Ho visto le tuo foto online, credo che tu faccia la escort... Perché non mi mandi dei filmati? Se vuoi un voto alto alla tesi deve esserci qualcosa anche per me». È il tenore dei messaggi che il professore Luca Sgarbi, 47 anni, bolognese, docente di diritto del lavoro alla Facoltà di Giurisprudenza di Torino ha mandato in piena estate alla sua «tesista» di 23 anni. Il professore si era convinto, a torto, guardando le sue belle foto su Hot or Not, o Badoo, chat di incontri e amicizie, che fosse una ragazza facile e «ricattabile», per via della tesi, di cui lui sarebbe stato relatore. Bella sì, ma non arrendevole. Non solo lei ha raccontato al garante degli studenti di queste avance in cambio di un voto alto, ma è andata dai carabinieri con la copia dei messaggi arrivati sul suo telefonino, sulle chat e mail.
Ieri i carabinieri della sezione della polizia giudiziaria della procura torinese si sono presentati nella sua abitazione di Bologna e lo hanno arrestato con l’accusa di tentata concussione, su ordine di custodia cautelare. Il Gip Luisa Ferracane gli ha concesso gli arresti domiciliari.
«Finalmente una buona notizia!» ha scritto ieri la ragazza sul suo profilo Facebook, senza aggiungere altri commenti. Indagini rapide, durate meno di tre mesi, coordinate dal pm Gianfranco Colace. Il professore avrebbe chiesto insistentemente alla ragazza di inviargli filmati hot e fotografie. Al di là dei contatti, però non ci sono stati incontri tra i due. Lui, dopo aver accettato di accompagnarla nella preparazione della tesi, aveva visto le sue foto in chat e si era convinto di poterla «manipolare» mettendola sotto pressione. Secondo il gip che ha firmato l’ordinanza, le parole della ragazza hanno trovato «pieno e univoco riscontro» negli accertamenti dei carabinieri. Ma sul professor Sgarbi si è abbattuta anche la scure della disciplina interna dell’Università. A seguito della denuncia della ragazza, il docente è stato sospeso dall’incarico per sei mesi, senza stipendio. «Un fatto grave e increscioso» dicono in Facoltà. «Non posso parlare, rivolgetevi al mio legale» ha detto al telefono. «Siamo in una fase delicatissima dell’inchiesta, quello che dovremo dire lo diremo di fronte al Gip» dice prudentemente il suo avvocato, Simona Grabbi. L’udienza per l’interrogatorio di garanzia è stato fissato per la prossima settimana.
«Le indagini – spiega però il procuratore capo Armando Spataro – sono ancora in corso e nei prossimi giorni saranno convocate presso la Procura della Repubblica altre studentesse quali ulteriori potenziali vittime dell’indagato. Auspichiamo che altri eventuali simili episodi, allo stato sconosciuti, siano resi noti agli inquirenti». Gli investigatori, infatti, non escludono sviluppi, per via di alcune intercettazioni telefoniche, effettuate dopo la denuncia della studentessa. Alcuni di questi contatti, definiti «ambigui», lascerebbero pensare anche al coinvolgimento di altre persone. Sospetti concreti, dunque, sul fatto che il professore abbia tenuto lo stesso comportamento con altre ragazze. Ieri i carabinieri hanno perquisito l’abitazione torinese del docente, sequestrando una ventina di dvd e altro materiale elettronico. Dvd che conterrebbero firmati hard, all’apparenza amatoriali.