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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Il bel programma di Bollani è un atto di coraggio per la Rai

Vedere suonare Stefano Bollani è sempre un grande piacere, per gli occhi e soprattutto per le orecchie («Per fare certe cose ci vuole orecchio!», cantava Jannacci). «L’importante è avere un piano», il programma di Stefano Bollani che va in onda su Raiuno il giovedì alle 23.35, è stato presentato come una grande jam session.
E in parte è così, con la partecipazione di grandi nomi del panorama musicale italiano e internazionale, ma a Bollani piace anche intrattenere, intervistare gli ospiti, giocare (strepitosa l’interpretazione di «Mamma», di Bixio e Cherubini, quella che fa «Mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma, sarai con me, tu non sarai più sola…») e costringere tutti a ruotare attorno al suo pianoforte: «Tutto nella libertà più assoluta. Compresa quella dell’improvvisazione».
Per certi versi, il programma ricorda «D.O.C.» di Renzo Arbore, la mitica cantina di squisita musica live, in onda dal 2 novembre ‘87 alla fine dell’89. Pareva che la Rai non amasse più la grande musica e invece «L’importante è avere un piano» è un atto di coraggio. Gli ospiti della prima puntano sono stati Francesco De Gregori (l’uomo che voleva essere Bob Dylan), Fiorella Mannoia e l’attore Claudio Santamaria. Ma chi mi ha stupito più di tutti è stato Cameron Carpenter che si è esibito con un organo pieno di tastiere e pedali da lui stesso disegnato. La bravura di Bollani, al di là di ogni tecnicismo e di ogni preparazione, consiste nel cancellare la distinzione di genere: pop, jazz, classica…
Il suo pianoforte è una macchina delle meraviglie che ha come scopo principale quello di incantare. In un’intervista, Bollani ha spiegato che in inglese c’è un solo verbo per indicare tre funzioni diverse: suonare, recitare, giocare. Il verbo è «to play»: «Quindi – ha aggiunto – quando mi chiedono cosa farò in questo nuovo programma, rispondo all’inglese: play». «Play it again, Sam». Anzi, Steve.