Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
Il professor Oliver Curry, ricercatore del Centro di Filosofia Naturale e Scienze Sociali della London Schools of Economics, ha scritto un "Evolution Rapport"
• Il professor Oliver Curry, ricercatore del Centro di Filosofia Naturale e Scienze Sociali della London Schools of Economics, ha scritto un "Evolution Rapport". LO scienziato calcola che nell’anno 3006 i miglioramenti nell’alimentazione, nella medicina e nell’ingegneria genetica faranno sì che gli esseri umani saranno tutti alti un metro e novanta e vivranno in media 120 anni, la loro pelle sarà di un uniforme colore marroncino. Le preferenze sessuali spingeranno l’evoluzione verso un’umanità più bella: lineamenti simmetrici, seni prosperosi, organi genitali maschili più grandi. l’abitudine a masticare cibo sempre più morbido renderà meno pronunciati il mento e la mascella e quindi il volto sarà più rotondo. La scomparsa di malattie indebolirà il sistema immunitario e le relazioni sempre più mediate dalla tecnologia abbasseranno la capacità di comunicare e provare sentimenti. In un futuro ancora più lontano, fra circa centomila anni, la selezione della specie porterà alla creazione di due tribù separate: da un lato la casta dei più belli, intelligenti, benestanti che tenderanno a riprodursi tra loro, dall’altro il popolo dei brutti, fragili, bassi, stupidi e poveri. Il conclusione, dice Curry, «il futuro remoto dell’uomo sarà la storia del buono, del brutto e del cattivo».
• Ma la fine delle differenze non sarà un fenomeno globale. La Repubblica 18 ottobre 2006. Le differenze genetiche che esistono oggi fra le popolazioni umane sono molto modeste, anche se alcuni caratteri superficiali come il colore della pelle, la forma e le dimensioni degli occhi e le fattezze del corpo e del viso ci permettono di indovinare l´origine geografica di molti contemporanei. Qualcuno si diverte a indovinare come saremo in un futuro lontano: fra mille, centomila anni. Chi fa queste profezie ha la sicurezza che non sarà smentito nel corso della sua vita: tutt´al più, se qualcuno le leggerà ai tempi nei quali dovrebbero verificarsi, potrà sempre farsi qualche bella risata. I profeti stile Nostradamus sono rari, e le sue previsioni, fatte a metà del Cinquecento, sono buone per i primi decenni, ma nei secoli successivi divengono sempre più rare quelle che sembrano avere qualche verosimiglianza con gli eventi che descrivono.
L´uomo moderno viene da una piccola popolazione che viveva in Africa orientale e fra i 50.000 e i 60.000 anni fa ha iniziato a crescere di numero e spargersi in tutto il mondo, sostituendo completamente le specie simili, appartenenti al genere Homo, che si erano diffuse nei due milioni di anni precedenti. Di conseguenza, le differenze tra popolazioni sono piccole e superficiali, come gli studi recenti hanno dimostrato. Non c´è stato il tempo perché si stabilisse una grande diversità.
Un´altra importante diffusione a tutto il mondo è avvenuta negli ultimi secoli, quando la navigazione transoceanica ha portato i colonizzatori europei su ogni continente. Oggi è iniziata una nuova globalizzazione, che può cancellare molti degli effetti della scarsa differenziazione che si è prodotta nelle ultime decine di migliaia di anni. Ma per un periodo piuttosto lungo (difficile da calcolare), la cancellazione delle differenze certamente non sarà globale, perché le unioni matrimoniali o equivalenti non sono del tutto casuali: sono ristrette da ragioni socioeconomiche, etniche e soprattutto geografiche. Non vi è dubbio che diminuirà la variazione di colore della pelle, e anche quella culturale. Ma l´idea che si creino due razze o specie diverse: i belli, alti, ricchi e intelligenti, e i brutti, grassi, scemi e malati, sembra un pessimismo privo di giustificazione.
Negli ultimi cinquant´anni, la diffusione del DDT (che ha liquidato la malaria in molti paesi, Italia compresa) e di pochi antibiotici e chemioterapici a basso prezzo, ha diminuito enormemente la mortalità e morbidità di un gran numero di popolazioni in corso di sviluppo. Poiché vi è sempre un ritardo di una o più generazioni tra la diminuzione della mortalità e quella della natalità, ne è seguito quel balzo in alto della popolazione mondiale che ha generato, fra l´altro, la grande migrazione dai paesi poveri ai paesi ricchi. una nuova migrazione di massa, che crea parecchi problemi ma ne risolve alcuni tutt´altro che indifferenti, come quello di trovare chi abbia ancora una motivazione sufficiente per fare i lavori più ingrati.
Quanto a prevedere ciò che avverrà fra centomila anni, vi sono modi più divertenti e utili di passare il proprio tempo. In fondo, abbiamo avuto società rigidamente divise fra persone libere e schiavi, che sono durate millenni (e la divisione in caste regge ancora in certe parti del mondo), ma non hanno prodotto razze distinte. Perché questo dovrebbe avvenire invece in un lontano futuro?
Luca e Francesco Cavalli-Sforza