Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 5 febbraio 2001
Quando aveva 39 anni, il filosofo Voltaire incontrò a Parigi l’amica d’infanzia Gabrielle-Emilie Breteuil
• Quando aveva 39 anni, il filosofo Voltaire incontrò a Parigi l’amica d’infanzia Gabrielle-Emilie Breteuil. Lei, 27 anni, moglie del marchese du Châtelet, non era affatto bella. Segaligna, mascolina e sgraziata, occhi a spillo, denti erosi da piorrea, seno piatto, piedi grandi e testa piccola, incantava gli uomini con la spregiudicatezza e la prontezza di spirito. Appassionata di scienza, matematica, fisica e gioco d’azzardo, faceva dimenticare con la cultura l’alito pesante, i modesti effluvi che emanava per la poca abitudine al sapone, la biancheria intima di qualità scadente, l’uso pacchiano di ciondoli e monili. Voltaire se ne invaghì perdutamente. Col consenso del marito di lei, andarono a stare nella tenuta dei du Châtelet a Cirey, vicino alla Lorena. Restarono lì per 15 anni, in comunione di sensi e d’intelletti ma con appartamenti e biblioteche separati. Fra le pareti di casa si scambiavano lettere dotte e messaggi ardenti. Impegnati entrambi, s’incontravano ai pasti, che consumavano a tutte le ore, incuranti dei numerosi ospiti. Entrambi permalosi, fieri e suscettibili, litigavano spesso per futili motivi. Voltaire, afflitto da mille acciacchi, anche immaginari, s’impermalosiva per un nonnulla e metteva il broncio. Lei arrogante, avara e impudica, girava nuda per casa, s’irritava se lui dava mance troppo laute alla servitù e, quando si faceva il bagno, amava farsi versare dal segretario di Voltaire acqua calda fra le cosce. Col passare degli anni, l’idillio perse il suo pathos. La du Châtelet si consolò con il capitano di Saint-Lambert, maschio aitante con velleità poetiche. Voltaire li beccò per caso nel mezzo di un convegno amoroso. Montò su tutte le furie, ma si rabbonì presto. Alle scuse che gli balbettò lei («Vi amo ancora. Ma dovete riconoscere ch’è trascorso molto tempo dall’ultima volta in cui riusciste a...») rispose infatti placido: «Come sempre avete ragione, ma fate che queste cose non avvengano sotto i miei occhi». Tale larghezza di vedute era incoraggiata dal fatto che anche lui aveva una nuova amante: sua nipote Marie-Louise, più giovane di 18 anni, «femmina irritante, pomposa, scervellata, sedicente alla moda, una du Châtelet senza grazia né genio, mai innamorata». Voltaire invece l’adorava e la voleva sempre con sé. Per non insospettire la marchesa, inventò che la prendeva in casa per curare la sua educazione e trovarle marito. La scelta cadde su Nicolas-Charles Denis, notaio, che Marie-Louise sposò nel 1738, grazie anche alla lauta dote concessa dallo zio. Nel 1744 il notaio morì. Cinque anni dopo, quando morì pure la marchesa,Voltaire mise su casa con Marie Louise.
• Dalle lettere che Voltaire scriveva di nascosto alla nipote, in italiano: «Se il povero stato della mia salute me lo permesse mi gittirai alle vostre genochia e baccerei tutte le vostre Belta. In tanto io figo (fisso, nda) mille baccii alle tonde poppe, alle trasportatrici natiche, a tutta la vostra persona che m’ha fatto tante volte rizzare e mi ha annegato in un fiume di delizie» (27 luglio 1748). «La corte, il mundo, i grandi, mi fanno noia. Non sono felice che quando potero vivere con voi. La vostra società ed una migliore sanita mi farebbero felice. Vi baccio mille volte. La mia anima braccia la vostra, mio catzo, mio cuore sono innamorati di voi. Baccio il vostro gentil culo e tutta la vostra vezzosa persona» (28 marzo 1745).