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 2016  novembre 12 Sabato calendario

solo pigrizia»

• solo pigrizia». L’avete detto e pensato più volte. Soprattutto quando vi aspettavate che lui prendesse l’iniziativa, per una serata fuori programma o per ritrovare l’armonia di un tempo sotto le lenzuola. Forse potrebbe esserci dell’altro. Niente di irreparabile, sia chiaro. Ma ai primi sintomi è il caso di correre ai ripari, per evitare che diventi una cosa normale e soprattutto per non assestare troppi colpi alla vostra autostima: è naturale che, all’ennesimo rifiuto, potreste cominciare a sentirvi poco attraenti e non desiderate.
«La prima distinzione da fare», dice la psicoterapeuta Marinella Cozzolino dell’Associazione italiana sessuologia clinica di Roma, «è quella tra pigrizia sessuologica e pigrizia comportamentale. Si può essere svogliati a letto, tanto da vivere la sessualità come un impegno abitudinario, e pigri mentalmente, senza nessun entusiasmo per la vita. Due comportamenti che spesso convivono. Bisogna capire quali sono le cause dell’’assopimento” del partner. E questo lo si può fare solo parlandone. Senza falsi pudori, con assoluta semplicità». Non è necessario dirsi «ti amo» in cima al Monte Bianco, per restituire brivido ed entusiasmo al rapporto. Occorre piuttosto passare attraverso tre fasi differenti. Il primo passo è verificare la coppia. «Bisogna capire esattamente», continua Cozzolino, «quanto sia importante per entrambi stare insieme». Se alla base le motivazioni sono forti, ci sono tutti i numeri per superare il momento di stasi e per dirsi a cuore aperto ciò che non va.
La seconda tappa passa attraverso il racconto. «L’abitudine a confessarsi non va persa. Consiglio di concedersi un quarto d’ora al giorno per raccontare all’altro tutto quello che è successo durante il giorno. Mentre uno parla, l’altro deve rimanere in religioso silenzio. In questo modo ciò che si racconta viene circoscritto nel momento stesso in cui viene detto e non ci si pensa più». Nell’ultima fase, si scarica ogni risentimento. «Uno dei motivi che ha reso il partner pigro può dipendere da un forte senso di rabbia mai confessato» dice ancora la psicoterapeuta «magari nei confronti della stessa compagna. I motivi dell’arrabbiatura possono essere diversi: un matrimonio non voluto, ad esempio. Insomma, la rabbia va scaricata: dichiarandola, o dedicandosi all’esercizio fisico. Magari proprio insieme al partner».
• Secondo una ricerca condotta dagli psicologi del Centro studi sulla coppia di Roma, il 37% degli uomini italiani sposati, in età compresa tra i 20 e i 45 anni, viene obbligato dalla moglie ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà. Dallo studio viene fuori anche la classifica dei motivi per cui l’uomo non cerca più il sesso: il primo colpevole è lo stress, seguito dalla stanchezza, dall’ansia da prestazione sessuale e dal disinteresse. Il 3% degli intervistati, poi, non ha più voglia di fare l’amore perché, avendo ottenuto soddisfazioni in altri settori, non considera più il sesso con interesse. Infine una notazione geografica: la pigrizia sessuale è più diffusa tra gli uomini che abitano al Nord.
• Se il partner è pigro dipende solo da lui. Alt. Pausa di riflessione. La causa potreste essere anche voi, mogli, compagne o fidanzate. «Capita, infatti», spiega la Cozzolino, «che lui diventi apatico per una moglie eccessivamente propositiva». Accade quando la relazione è impostata in modo disequilibrato. Ad esempio se è la partner a decidere sempre dove andare a cena, che tipo di vacanza fare, come educare i figli. «L’uomo in questo modo si sente sollevato da qualsiasi tipo di responsabilità. Ma soprattutto», continua la psicoterapeuta, «non prende l’iniziativa perché ha paura di sbagliare». Ma c’è anche la pigrizia dovuta alla routine. Fare sempre le stesse cose toglie qualsiasi entusiasmo. Infine le cause di questa apatia all’interno della coppia possono dipendere anche da fattori esterni. «Come un lavoro che non gratifica, ad esempio», continua la Cozzolino. «Chi non riesce a staccare la spina a fine giornata porta dentro casa le frustrazioni e le insicurezze accumulate in ufficio. In questo modo l’uomo mette in dubbio le proprie capacità personali e reagisce chiudendosi a riccio, in silenzio, nell’ozio assoluto».