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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Il rimonabant, commercializzato come pillola col nome di Acomplia, fa dimagrire, passare la voglia di fumare e quella di bere alcol

• Il rimonabant, commercializzato come pillola col nome di Acomplia, fa dimagrire, passare la voglia di fumare e quella di bere alcol. Toglie però anche il desiderio sessuale. Testato contro l’obesità su mille soggetti, ha fatto loro perdere nove chili in un anno. Effetti collaterali su questi mille: nausea (12% dei casi), depressione (7%). Nelle farmacie italiane da giugno (segue)
• (continua) "La vera rivoluzione di questa pillola è rappresentata dal suo bersaglio: le sostanze del nostro organismo coinvolte nel desiderio di qualcosa e nella sua soddisfazione, cioè gli endocannabinoidi (da cannabis, la canapa indiana). Gli endocannabinoidi si legano chimicamente ad altre strutture dell’organismo, dette recettori CB1, le stesse su cui agisce anche la cannabis, provocando così le sensazioni di piacere. Ma poiché si è scoperto che i fumatori di cannabis vengono presi anche da attacchi improvvisi di fame, gli scienziati hanno accertato che sono proprio i recettori CB1 i responsabili del senso di fame. La nuova molecola agisce, così, bloccando questi recettori. In questo modo rende più facile agli obesi controllarsi e resistere ai richiami del cibo, ma nello stesso tempo blocca nel loro organismo anche l’intero meccanismo desiderio-soddisfazione". Gli effetti collaterali si potranno tuttavia misurare soltanto col tempo.
• Stampa Articolo 06 Febbraio 2006 I centri di controllo di fame e sazietà, e del meccanismo desiderio-appagamento, hanno sede nell’ipotalamo. Sui neuroni di questa area agiscono noradrenalina, dopamina e serotonina, neurotrasmettitori coinvolti nella modulazione dello stimolo della fame, e gli endocannabinoidi. Questi ultimi, prodotti dal cervello con una struttura simile alle sostanze psicoattive della cannabis, controllano diversi stimoli, tra cui l’appetito e il desiderio di dolci, cioccolata, tabacco e alcol. Secondo la Società per lo studio dell’arteriosclerosi, nove milioni di italiani soffrono di sindrome metabolica. Sono in sovrappeso ma non obesi, con alterazioni lievi della concentrazione del glucosio e dei grassi nel sangue. Stampa Articolo