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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Musicoterapia

• Musicoterapia. Do, re, mi, fa... bene. Mozart, Beethoven, magari Debussy. O Beatles, Pink Floyd e Genesis. Oppure ancora Madonna, Michael Jackson e Robbie Williams. Ognuno di noi ascolta i suoi artisti preferiti per le ragioni più varie: distrarsi, concentrarsi, rilassarsi... Ebbene: inconsciamente, tutte le volte che facciamo partire un Cd, ci sottoponiamo a una seduta di musicoterapia. Già, perché i suoni rappresentano una delle più importanti terapie alternative per ritrovare il benessere e la salute. «In tutte le culture la musica è sempre stata utilizzata per la ricerca della propria identità e dell’energia vitale pura», spiega Jerry de Sario, musicoterapeuta a Milano. «Un mezzo per purificarsi dalle tossine psicofisiche accumulate». Impara a sentire le emozioni.Tutto ruota attorno al musicoterapeuta, uno specialista capace di guidare il «paziente» alla comprensione delle emozioni che vive ascoltando una canzone. «Ci sono due tecniche. La prima privilegia l’ascolto di suoni, voci, l’utilizzo di tecniche respiratorie per rilassarsi, percepire le vibrazioni del corpo e prendere contatto con le emozioni. La seconda prevede la partecipazione in prima persona all’accompagnamento delle musiche con strumenti e percussioni, per migliorare l’espressività, la socializzazione, l’attenzione e la concentrazione». Cosa provi ascoltando un hit. Di fronte alla musica ognuno reagisce in modo diverso, secondo le proprie esperienze di vita: il cuore batte più o meno veloce, il respiro si fa più o meno profondo, la pressione si alza o si abbassa. Fermo restando che i suoni bassi, forti e ripetuti (per esempio quelli del rock) hanno un effetto eccitante, mentre quelli caratterizzati dall’assenza di toni alti e acuti hanno un potere rilassante.
• Musicoterapia. L’Hit parade della salute. La musica fa bene. Non sono soltanto gli addetti ai lavori a sostenere che bisognerebbe cominciare ad ascoltarla già dai primi anni di vita. O che, il più presto possibile, si dovrebbe imparare a suonare uno strumento. «Le note sono capaci di far rilassare. Ma soprattutto forniscono alla nostra mente una sollecitazione che funziona da potente stimolo alla crescita delle cellule cerebrali», spiega Jerry de Sario. Ansia, stress, insonnia, disturbi di stomaco, stanchezza... sono diversi i disturbi che ascoltare musica può aiutare a risolvere. «Persino una blanda depressione può trarre beneficio dall’ascolto delle sette note. Ma in questo caso il soggetto deve impegnarsi direttamente, suonando lui stesso le percussioni (vedi riquadro in basso, ndr)». Due noti musicoterapeuti francesi, Max Mareaux e Léon Bence, hanno individuato alcuni brani classici dagli effetti benefici. Per combattere l’insonnia l’ideale sembra essere Chopin, in particolare i suoi «notturni» (opera 9, n. 1 e 3; opera 15, n. 22; opera 27, n. 2; opera 32, n. 1; opera 62, n. 1). Per allentare le tensioni muscolari, invece, ascoltate la sinfonia n. 5 di Schubert. Il quinto movimento della «Sinfonia fantastica» di Berlioz e il «Concerto grosso in Re maggiore» (opera 3, n. 9) di Vivaldi incrementano il livello di energia. Ricercatori dell’Università di Irvine (California) hanno scoperto che ascoltare per dieci minuti la sonata a quattro mani per due pianoforti K448 di Mozart, fa crescere temporaneamente il quoziente di intelligenza. Per restare nell’ambito della musica «colta», gli esperti suggeriscono una qualunque melodia sinfonica per i problemi di insonnia o se si vuole vincere il nervosismo eccessivo. Risultati analoghi si ottengono ascoltando del jazz, cantato o anche solo strumentale: insomma, Ella Fitzgerald o Stan Getz avrebbero un’efficace azione stimolante sulle funzioni sessuali, oltre a sviluppare le potenzialità psicofisiche.
• Musicoterapia. Il fai da te. Prova tu stessa uno strumento. Se non lo fate già, è il momento di cominciare a suonare voi stessi uno strumento. Tecnicamente si parla di «musicoterapia attiva»: «Essere virtuosi non serve, basta strimpellare e ritrovarsi in gruppo a suonare, per esempio le percussioni», dice de Sario. «Suonare o cantare sono l’ideale per entrare in comunicazione senza false maschere o bisogno di atteggiarsi». Se suoni violino, flauto, nacchere, tamburello puoi curare la depressione perchè i ritmi prodotti sono cadenzati e medio-veloci. I suoni, acuti, sono legati alla luce e quindi adatti a chi ha l’umore a terra e tende a vedere tutto nero. Se suoni batteria percussioni puoi curare l’ansia e nervosismo perchè i ritmi lenti e le frequenze medie aiutano a rilassarsi perché riconducono al periodo in cui il bimbo, nella placenta, ascolta il battito cardiaco della madre. Con la voce puoi curare il mal di stomaco perchè la voce è un vero e proprio strumento musicale. Cantare coinvolge il diaframma e aiuta di conseguenza a rilassarsi, a sciogliere le tensioni e a digerire.