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 2016  novembre 12 Sabato calendario

Milano - Dicono di lui

• Milano. Dicono di lui. La mamma: « un bravo ragazzo». La sorella: « la pecora nera della famiglia». E lo dicono insieme. Poi si guardano negli occhi, ci pensano su un attimo e correggono il tiro. La mamma: «Sì, è la pecora nera della famiglia». La sorella: «Sì, è un bravo ragazzo». E lo dicono ancora insieme. Mentre lui sta a San Vittore a rimuginare sulla sua avventura surreale. Era andato in banca perché aveva bisogno di soldi. Ma ci era andato con un coltello. E il colpo gli era anche riuscito: era scappato con 13 milioni e mezzo. Poi gli è capitato di tutto. Fuggendo con il motorino rubato, è andato a schiantarsi contro un palo. Quindi, ubriaco perso, si è smarrito nei tunnel del metrò mandando in crisi il via vai dei treni. Bloccato dalla polizia per questo, ha cercato di darsela a gambe ed è finito sotto due auto. Portato in Questura, dopo l’identificazione è stato rilasciato. Ma una volta fuori, è stato avvicinato da un uomo che si è spacciato per un suo parente e l’ha portato in un angolo solitario. Qui, lo sconosciuto gli ha dato un sacco di botte e gli ha portato via tutti quei milioni. Tornato a casa, sempre ciucco tradito, e davvero malconcio, ha trovato la sorpresa dei poliziotti. Perché Alfredo Vitale, 50 anni, precedenti per piccoli reati, aveva rapinato una banca dove di tanto in tanto andava a fare certi pagamenti. Ed era stato riconosciuto. «Pure fesso...», concordano la mamma e la sorella. Senza dar peso a due tentativi di suicidio giusto abbozzati in tutto quel trambusto.
• «Non è cattivo, ma quando beve diventa un disastro», spiega la mamma. «Sarà anche vero che non è cattivo, per carità, ma ogni tanto verrebbe voglia di ammazzarlo», precisa la sorella. E tutto per colpa dell’alcol. Quel maledetto viziaccio che gli ha rovinato la vita. «Ha cominciato quando aveva quarant’anni», raccontano le due donne. «A dire il vero, è sempre stato un tipo un po’ difficile. A volte allegro e disponibile, a volte cupo e scorbutico. Però qualche lavoretto lo faceva. L’imbianchino, il muratore, il facchino. E poi il pizzaiolo. E proprio in cucina, si è ferito a un braccio e ha rimediato un’invalidità del 22%. Prende una pensioncina di duecentomila lire al mese». A portarlo sulla strada del bere, a un certo punto, un lungo periodo di disoccupazione. «Ma anche le cattive compagnie» precisa la sorella. «Si è messo a frequentare dei balordi e pure lui è diventato un mezzo delinquente. Quando è ubriaco, gli fanno fare qualsiasi cosa. Ma fino a oggi, non aveva mai combinato pasticci grossi». Al massimo, qualche colpetto. Come quella volta che un amico gli aveva chiesto un prestito perché voleva un trapano. L’Alfredo non ci ha pensato due volte. entrato in un negozio, ha preso quell’attrezzo ed è uscito. L’hanno beccato subito. Mica l’aveva pagato. «Un fesso, un fesso...», scuotono il capo le due donne. Un fesso pure un po’ sfigato. Vista la sua ultima performance.
• Ma anche un buono. A modo suo... «Quando gli capita di avere dei soldi in tasca, è l’uomo più generoso del mondo. Sempre pronto a offrire, a regalare e anche a far del bene», giura la mamma. E da qualche tempo, un po’ di lire in tasca le aveva. Un nuovo lavoro, come aiutante per un’associazione che si occupa dell’assistenza agli handicappati. Ottocentomila al mese. «Appena ha avuto lo stipendio, ha cominciato a bere come una spugna. Peccato, perché di recente sembrava aver ridotto i bicchieri», mugugna la sorella. Pensando a una speranza andata delusa. Per l’ennesima volta in 10 anni di inferno. Anche se fin qua, l’Alfredo non era mai stato violento. Ma un balordo di mezza tacca. Che vive ancora con la madre. In un appartamentino, in una casa popolare verso San Siro. In via Abbiati. «Una convivenza tutto sommato tranquilla. Quando è in casa non crea problemi. Al massimo, quando torna ubriaco vuole che tutte le luci siano spente. E io me ne sto seduta al buio», racconta la mamma. «Ma è per quello che combina fuori, che noi siamo in angoscia», interviene la sorella. Mentre l’Alfredo se ne sta in una cella di San Vittore. Magari con qualche dubbio pure lui. Sulla sua vita. Da bravo ragazzo diventato pecora nera.