Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 novembre 2016
Lo potete chiamare comedone, punto nero, o blackhead (cioè «testa nera», come è scritto su tutte le creme che vengono dall’America), ma è sempre, inevitabilmente, la stessa (brutta) cosa che vien voglia di strizzar subito via
• Lo potete chiamare comedone, punto nero, o blackhead (cioè «testa nera», come è scritto su tutte le creme che vengono dall’America), ma è sempre, inevitabilmente, la stessa (brutta) cosa che vien voglia di strizzar subito via. Prima di farlo, però, fermatevi a capire cos’è: un filo di sebo che dal follicolo della ghiandoletta arriva sulla superficie della vostra pelle. Se il poro è libero, il sebo esce tranquillamente e si distribuisce sulla pelle, rendendola più lucida. Ma se il poro è chiuso o se il sebo è molto ingombrante (o troppo) avviene una specie di ingorgo e si blocca in superficie, mezzo dentro e mezzo fuori. Da incolore che era diventa nero anzi, per la precisione marrone scuro. Colpa della sporcizia? No. Della melanina, ma anche del contatto con l’aria, cioè l’ossidazione. Succede più o meno quello che accade a una mela quando viene tagliata in due e lasciata per qualche minuto all’aria: da bianca che era, la polpa diventa subito scura. Ricordate questo paragone quando vi vengono i complessi dell’«ho tanti puntini neri, li devo togliere subito altrimenti la gente penserà che non mi sono pulita a dovere». Nessuno lo crede, o se lo crede, voi avete la coscienza a posto, e quindi, tranquille: togliete il vostro puntino ma con tutte le precauzioni (e la calma) che un’operazione come questa richiede. E con i consigli che trovate in queste pagine.
• Punti neri. Perché vengono.
Colpa di un cosmetico sbagliato...La lanolina di certe creme, l’olio di cocco dei saponi e gli oli minerali di detergenti e fondotinta di scarsa qualità occludono i pori. Primo consiglio, quindi: mai lasciarsi tentare dal cosmetico convenientissimo. Leggete sempre l’etichetta.
...o delle cellule morte. I punti neri possono dipendere dalle cellule morte, che la nostra pelle ricambia di solito nel giro di un mese. Dopo i 40, però, diventa pigra e ci mette di più, e per eliminarle serve lo scrub. Se rimangono in superficie si mischiano al sebo... ed ecco i punti neri, pochi ma grossi e molto poco estetici.
Una pelle troppo grassa. L’iperproduzione di sebo è la causa principale. La vittima tipo dei punti neri? Giovane, pelle grassa o mista, pori dilatati, qualche brufolo. Brufoli e punti neri, però, non sono strettamente legati: chi ha gli uni può non avere gli altri. Ma se strizzate un punto nero e si infetta... spuntano i brufoli.
Se ci si mette anche lo stress. Fra le cause dei tanti punti neri c’è anche lo stress, perché chi è nervosa non riesce a trattenersi... e strizza i puntini, irritando la pelle.
• Punti neri: quello che non devi fare. Per eliminare i punti neri evitate di strizzarli, magari con unghie e dita non pulitissime. Il punto esce, ma arrivano i batteri. Ricorrete piuttosto ad altri metodi.
Prova col fumo caldo. il sistema tradizionale: riempite un recipiente di acqua calda, aggiungete camomilla o bicarbonato, coprite la testa con un asciugamano, esponete il viso al vapore e resistete il più possibile. Prima, bevete due bicchieri d’acqua: suderete di più, i pori si allargheranno e i punti neri usciranno per metà; un pizzicotto sulla pelle e usciranno del tutto. Asciugate, sciacquate con acqua fresca e passate sulla pelle un prodotto astringente, come il gel «Equilibrante» di Olga Tschechowa (foto 1, in profumeria, 32.000 lire; 16,53 euro). Ma usatelo solo se i puntini sono usciti tutti: quelli rimasti resterebbero intrappolati nei pori richiusi. Ora ci sono anche degli «apparecchi» che aiutano a mandar via tutte le impurità dal viso. Ad esempio, Visapure Philips (foto 2, nei negozi di elettrodomestici, 85.000 lire; 43,90 euro).
Con gli strip ovvero i «cerotti strappa-punti neri». Sono comodissimi: si applicano su fronte, mento o naso, dopo aver inumidito la pelle. A contatto con l’acqua, l’agente disinfettante copre i punti neri e si solidifica. Dopo un quarto d’ora, togliendo lo strip con un colpo secco, tutte le impurità vanno via. Degli strip esiste anche una versione «patch», un cerotto imbevuto anche di una sostanza essiccante, ottimo se il puntino sta trasformandosi in brufolo. Li trovate entrambi in farmacia: quelli di Vichy (linea Normaderm, foto 3), costano 17.000 lire (8,78 euro). Al supermercato, invece, cercateli nel reparto «prodotti per l’igiene». Tra i migliori ci sono quelli di Garnier, come Synergie Pure (foto 4, speciale Zona «T», 14.300 lire; 7,39 euro).
Per non farli tornare più. Una volta mandati via, cercate di non farli tornare. Ripetete lo strip una volta al mese: eliminerà le impurità che potrebbero trasformarsi in puntini. Ma ricordate anche di curare la pulizia: rinunciate al sapone, che potrebbe lasciare residui occlusivi sui pori, e scegliete un buon detergente. Come Clear Pore Treatment di Neutrogena (foto 5, in farmacia, 16.500 lire; 8,52 euro): contiene acido salicilico per disinfettare e aloe per calmare la pelle. Si applica sulla pelle umida, si massaggia e poi si toglie con tanta acqua.
Leggi sempre l’etichetta. Sui prodotti che usate ci dev’essere scritto «non comedogenico», cioè contro i punti neri. Lo sono i prodotti Artsana per pelli impure, come la maschera Termo-Purificante Lycia (foto 6, al supermercato, 22.267 lire; 11,50 euro): usatela una volta la settimana e addio puntini.
• La nonna non era molto saggia in tema di punti neri. Voleva eliminarli a tutti i costi e si serviva di un ferretto che si trova in vendita ancora oggi nei negozi e che si chiamava togli-comedoni. Com’è fatto? Ha un foro al centro, grande più o meno quanto un punto nero. La nonna lo poggiava sul punto, premeva e il puntino veniva via. Lo potete adoperare anche voi, ma dovete disinfettarlo ogni volta, altrimenti la pelle si irrita. La nonna faceva anche i fumenti per ammorbidire la pelle e rendere più facile l’uscita dei puntini. Ma essendo in queste cose più esperta di noi, prima stendeva una maschera al prezzemolo: lo tritava finissimo con una mezzaluna e poi faceva un impacco sulla pelle, coprendola poi con una garza per non far cadere l’impacco, e si esponeva al vapore. I puntini uscivano da soli.