Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 29 settembre 2001
I bambini italiani sono tra i più aggressivi e maleducati d’Europa
• I bambini italiani sono tra i più aggressivi e maleducati d’Europa. il risultato di una recente indagine dell’associazione per l’assistenza all’infanzia «Help me», condotta su un campione di 12.000 soggetti tra i 5 e i 12 anni. Il dato è una schietta ammissione di colpa, perché alla regia del cattivo esempio ci sono gli adulti. Più di sette italiani su dieci non insegnano ai figli a cedere il posto sui mezzi pubblici, quattro genitori su dieci hanno un comportamento poco civile verso gli extracomunitari, il 38% dei papà e il 32% per cento delle mamme dicono le parolacce.
E i bambini assorbono come spugne gli atteggiamenti e i comportamenti dei grandi. Detto questo, il passo verso il bullismo è breve? «Assolutamente no», risponde Matteo Lancini, psicopedagogista presso l’Istituto di psicologia infantile «Minotauro» di Milano. «Oggi c’è una nuova famiglia nella quale spesso il figlio è unico, in cui entrambi i genitori lavorano, il bambino va presto al nido, e il rispetto delle regole passa in secondo piano rispetto all’amore: perché il tempo è poco, è prezioso e gli affetti sono al primo posto, mentre i conflitti all’ultimo. Non esiste più la paura di essere puniti se si trasgredisce, il padre non è più severo. Insomma, è cambiato il rapporto genitori figli e il principio d’autorità è superato. Le regole ci sono, ma vengono comunicate in termini meno rigidi». Non solo, l’aggressività è fisiologica, esiste da sempre: «A chi non è mai capitato a scuola di prendere un ceffone oggi e di restituirlo domani?» continua Lancini. «L’episodio singolo rientra in un percorso di normale crescita. Quando invece si instaurano meccanismi ripetuti di violenza da parte di un bambino, rivolti sempre alla stessa ”vittima” designata, allora ci troviamo di fronte a un campanello d’allarme. Dietro al comportamento prepotente c’è sempre una richiesta d’aiuto. Se il segnale di disagio non viene accolto, il bambino alzerà il tiro finché non troverà ascolto».
• Le ore passate davanti al piccolo schermo contribuiscono a indurre impulsi aggressivi nei bambini. Ma uno studio dell’università americana di Stanford dimostra che una volta parzialmente «disintossicati» i bimbi ritrovano la voglia di stare bene con i loro coetanei, e le aggressioni fisiche e verbali si riducono. «La soluzione migliore», consiglia Matteo Lancini, «è una via di mezzo, quindi non bisogna ”parcheggiare” i vostri bambini lasciandoli soli davanti alla Tv, ma piuttosto aiutarli a cogliere gli aspetti positivi, per esempio, di un determinato cartone animato e imparare a valorizzare i racconti che ne fanno».
• Impara a dire di no.
•Quando fa una marachella:
Fategli capire che disapprovate quello che ha fatto, ma non offendetelo con un insulto. I castighi del genere «Niente amici per una settimana» non servono a nulla, se non riuscite a far capire al bambino il vero motivo per cui siete andate su tutte le furie.
•Quando non vuole andare a scuola.
Non umiliatelo con frasi del tipo «Non capisci proprio niente», se non è ancora riuscito a imparare una lezione e non vuole andare a scuola. Meglio armarsi di pazienza e con calma trovare le parole più adatte (e semplici) per aiutarlo a superare l’ostacolo.
•Quando ti chiede il gelato
Non abbiate paura di negarglielo, ma proponetegli un’alternativa: «Ora non ti do il cono, ma dopo cena c’è una bella fetta di torta». Mettete dei freni alle sue richieste di cibo, ma cercate di capire anche se non nascondono la voglia di riempire vuoti affettivi.
• Un corso di karate dà sfogo alle sue energie.
*Se si sente autorizzato a portare via le cose degli altri bambini senza chiedere il permesso.
Non trattatelo come un ladro. Piuttosto fategli capire che sbaglia con un esempio: «Se non trovassi più il tuo personaggio preferito dei Digimon, tu come ti sentiresti?». L’inevitabile risposta lo aiuterà a capire che bisogna avere più rispetto degli oggetti altrui.
*Se a scuola è scatenato, iperattivo, non sta mai fermo al banco e dà fastidio agli altri bambini.
Bisogna arginare la sua esuberanza, indubbiamente più spiccata rispetto al resto della classe. Per incanalare le sue energie convincetelo a fare dello sport, magari un’arte marziale come il karate: induce alla riflessione, rinviando al «dopo» l’azione.
*Se lo sorprendete a sgridare o a maltrattare un animale senza un motivo.
Si sente trascurato e cerca qualcuno più debole su cui sfogarsi. La soluzione? Comprategli un cucciolo. Se il cane è troppo impegnativo, basta un criceto o un pesce rosso. Affidatelo a lui e fate in modo che lo nutra, ci giochi e impari a prendersene cura.
*Se è geloso delle sue figurine e alza le mani contro gli amichetti che cercano di prendergliele.
Teme che qualcuno gli strappi una preziosa parte di sé. Aiutatelo a condividere i giochi con gli altri, invitate i suoi amici a casa, e sotto la vostra supervisione (che lo tranquillizzerà), organizzate una festa all’insegna dello scambio figurine.
*Se fa giochi pericolosi, ad esempio col fuoco o con oggetti poco adatti a lui (forbici, bastoni ecc.)
Sta cercando un confronto diretto con voi. Allora, accendete insieme un fiammifero, insegnategli a non bruciarsi e a non dar fuoco al divano. Spiegategli che ogni causa provoca un effetto e che certi esperimenti è meglio farli insieme a voi.
*Se imbratta i muri di casa, o quelli dei palazzi in strada o dell’aula di scuola.
Vuole essere considerato. Non ignoratelo. Dimostrategli con i fatti quanto è importante per voi. Privilegiatelo, rispetto agli altri componenti della famiglia, riempiendolo di mille attenzioni: baci, carezze, piccole e costanti gratificazioni, anche solo a parole.